Nigel Farage al Presidente del Consiglio Europeo H. Van Rompuy: "Lei ha il carisma di uno straccio umido e l'apparenza di un impiegato di banca di basso grado. E la domanda che vorrei porle che vorremmo porre noi tutti è: Chi è Lei?"
sabato 4 dicembre 2010
martedì 23 novembre 2010
Il campanello diventa una sirena di allarme
L'indice FTSEmib ed il relativo future hanno chiuso sui supporti indicati nel precedente post. La tenuta del supporto dipenderà nel breve dalla tenuta dell'area 1170 di S&P e soprattutto dalla tenuta di area 1.34 di EUR/$. In caso di mancata tenuta L'EUR/$ si proietta in area 1.32. Purtroppo il DAX per continuare il suo rialzo necessita di una correzione ma ad ogni minima discesa del DAX il ns indice prende una legnata!!!
lunedì 22 novembre 2010
Campanello di allarme sulla borsa italiana
Campanello di allarme sull'indice FTSE Mib. Dopo il cedimeto del supporto a 20666, sta per essere violata la trend line che unisce i minimi effettuati da maggio ad oggi , rottura che potrebbe portare verso il supporto importantissimo di 20000 equivalente a 19920 di derivato la cui rottura annullerebbe le probabilità di rally di fine anno per il nostro mercato.
BlogEconomy Day
Sul sito Mercato Libero c'è un ampio resoconto filmato del BlogEconomy Day organizzato dallo stesso Mercato Libero (Paolo Barrai) e al quale hanno partecipato tra gli altri il sito USEMLAB video n.4 min 5, Il Grande Bluff, Oscar Giannino e altri.
Molto Interessante
Molto Interessante
giovedì 18 novembre 2010
Nikkey, segnali positivi
Il Nikkey ha rotto un testa e spalla rialzista e anche lo yen sembra dare segni di indebolimento.
servirebbe però uno slancio immediato oltre 10000 altrimenti si tornerebbe verso 9400, cosa che negherebbe la figura rialzista.
Il nostro spmib ha rotto il supporto a 20666 e si è andato ad appoggiare sulla trendline inferiore del canale rialzista.
E' fondamentale la tenuta della trendline e il recupero di 20666 altrimenti si potrebbe tornare verso i minimi di giugno.
Segnalo l'uscita del libro "Cosa è il denaro" di Gary North a cura di USEMLAB moooolto interessante
Il nostro spmib ha rotto il supporto a 20666 e si è andato ad appoggiare sulla trendline inferiore del canale rialzista.
E' fondamentale la tenuta della trendline e il recupero di 20666 altrimenti si potrebbe tornare verso i minimi di giugno.
Segnalo l'uscita del libro "Cosa è il denaro" di Gary North a cura di USEMLAB moooolto interessante
giovedì 11 novembre 2010
Lotta tra nani (aggiornamento)
L'importante supporto posto a 76.15 del Dollar Index indicato nei precedenti post ha sostanzialmente tenuto (soprattutto sul grafico weekly). Ciò potrebbe dare il via ad una correzione dell'eurodollaro, peraltro già iniziata, che potrebbe portare verso 1.36 (38.2% di ritracciamento dell'ultimo movimento rialzista di EUR/USD) e poi verso 1.34 (50% di ritracciamento). Il movimento correttivo potrebbe assumere accelerazione alla rottura del supporto a 1.3725. Come al solito quando si arriva su resistenze o su supporti importanti viene posta l'enfasi sul Quantitative Easing USA se si vuole indebolire il dollaro, mentre viene posta l'enfasi sui paesi PIIGS se si vuole indebolire l'euro.
Gli unici giganti in questo panorama desolante sono i metalli preziosi che si stanno delineando come le valute del futuro. Bisogna iniziare a pensare all'oro e all'argento come diversificazione valutaria e non come investimento (a tal proposito si legga Investire in oro, un altro trucco semantico Usemlab.com).
I mercati azionari, che come già accennato hanno in questo periodo una correlazione con l'andamento delle valute, negli ultimi giorni hanno subito il ritracciamento dell'euro seppur in modo diverso a seconda della forza relativa delle singole borse: Dax e borse americane hanno stazionato vicino ai massimi di periodo, mentre il nostro SPMIB, dopo aver mancato l'attacco a 21666, sta provando a testare in questi minuti 20666 importante supporto di cui si è già detto.
Comunque, visto anche l'attesissimo G20 (dove come al solito faranno solo qualche dichiarazione di facciata senza decidere nulla), vale la pena di attendere la chiusura settimanale per cercare di capire meglio i futuri sviluppi.
Gli unici giganti in questo panorama desolante sono i metalli preziosi che si stanno delineando come le valute del futuro. Bisogna iniziare a pensare all'oro e all'argento come diversificazione valutaria e non come investimento (a tal proposito si legga Investire in oro, un altro trucco semantico Usemlab.com).
I mercati azionari, che come già accennato hanno in questo periodo una correlazione con l'andamento delle valute, negli ultimi giorni hanno subito il ritracciamento dell'euro seppur in modo diverso a seconda della forza relativa delle singole borse: Dax e borse americane hanno stazionato vicino ai massimi di periodo, mentre il nostro SPMIB, dopo aver mancato l'attacco a 21666, sta provando a testare in questi minuti 20666 importante supporto di cui si è già detto.
Comunque, visto anche l'attesissimo G20 (dove come al solito faranno solo qualche dichiarazione di facciata senza decidere nulla), vale la pena di attendere la chiusura settimanale per cercare di capire meglio i futuri sviluppi.
giovedì 4 novembre 2010
Gran casinò borsa
Il mercato non è riuscito a superare il livello chiave di 21666 mentre le principali borse hanno fatto nuovi massimi relativi segno che il nostro mercato è tra i più deboli.
Al gran Casinò Enel green pover dopo avere perso il 4% per quasi tutta la seduta è tornata in parità !!! Sul fronte valutario attacco al supporto chiave del dollar index.
La valuta più forte nel pomeriggio è in Franco Svizzero
Al gran Casinò Enel green pover dopo avere perso il 4% per quasi tutta la seduta è tornata in parità !!! Sul fronte valutario attacco al supporto chiave del dollar index.
La valuta più forte nel pomeriggio è in Franco Svizzero
Arricchitevi. Di carta. Parola di Bernanke
Riporto integralmente l'articolo di Mario Seminerio – Libertiamo - Phastidio.net
La Fed ha parlato: parte la fase due dell’easing quantitativo, con acquisti diretti di Treasuries da parte della banca centrale americana per 600 miliardi di dollari, da qui a giugno 2011, a cui si aggiungeranno circa altri 300-350 miliardi del cosiddetto QE Lite, cioè il reinvestimento in titoli di stato di cedole e capitale rimborsato sulle cartolarizzazioni ipotecarie detenute dalla stessa Fed.
Inusuale che Ben Bernanke abbia sentito la necessità di uscire con un commento sul Washington Post online, ieri sera, per spiegare e giustificare la manovra. Scrive Bernanke:
I rendimenti scendono? Gli investitori si troveranno ad essere disperati nella ricerca di rendimenti superiori a quelli da prefisso telefonico che la manovra della Fed determinerà, e si sposteranno con effetto-gregge su tutto quello che rende di più: mercati emergenti, obbligazioni societarie, azioni. I cui prezzi saliranno, con il rischio che equivale a certezza che questa ascesa sia sganciata dai fondamentali, ed il risultato finale sarà che la Fed avrà insufflato una gigantesca bolla finanziaria che non attende che di esplodere. Per quale motivo, inoltre, a fronte di un ridotto costo del debito, le aziende dovrebbero indebitarsi per investire, dato che in media si trovano con un tasso di utilizzo della capacità produttiva che resta storicamente depresso? Al più potremo vedere un indebitamento aziendale finalizzato a fusioni ed acquisizioni, al riacquisto di azioni proprie o alla distribuzione di maxi-dividendi, che sosterranno artificiosamente le quotazioni azionarie ma non l’economia reale, nel remake di quanto visto negli ultimi due decenni.
Sappiamo che l’obiettivo della Fed è quello di indurre aspettative inflazionistiche, per contrastare una disinflazione che rischia di diventare deflazione. In questo modo si avrebbe anche una riduzione del valore reale dello stock di debito, tale da aiutare l’economia ad uscire prima dalle difficoltà, almeno in astratto. Il problema è che, se il pubblico dovesse percepire una tendenza surrettizia al finanziamento del deficit federale da parte della Fed, le aspettative inflazionistiche finirebbero col disancorarsi, e vedremmo forti aumenti dei rendimenti sulle attività in dollari, che distruggerebbero in prima battuta proprio quel mercato immobiliare che la Fed vorrebbe sostenere. Senza contare, inoltre, che il numero di mutuatari “sott’acqua”, cioè che hanno un valore del debito ipotecario che eccede quello della propria abitazione, strozza già oggi nella culla ogni ipotesi di rifinanziamento del mutuo.
More of the same, potremmo quindi dire. Una scorciatoia molto pericolosa, che mira a perpetuare un modello di “sviluppo” trainato dai consumi, che ha già prodotto devastazioni oltre a squilibri macroeconomici globali, con un enorme deficit americano delle partite correnti che trova contropartita in altrettanti surplus in paesi come Cina e Germania. Questa volta anche con l’esplosione dei flussi finanziari di “denaro caldo” in entrata sui paesi emergenti, che ne saranno destabilizzati e si troveranno costretti ad adottare misure protettive, quali controlli sui capitali.
Coniugando il modello giapponese di decennio perduto con il proprio peso globale, l’America si conferma l’elefante nella cristalleria dell’economia mondiale.
La Fed ha parlato: parte la fase due dell’easing quantitativo, con acquisti diretti di Treasuries da parte della banca centrale americana per 600 miliardi di dollari, da qui a giugno 2011, a cui si aggiungeranno circa altri 300-350 miliardi del cosiddetto QE Lite, cioè il reinvestimento in titoli di stato di cedole e capitale rimborsato sulle cartolarizzazioni ipotecarie detenute dalla stessa Fed.
Inusuale che Ben Bernanke abbia sentito la necessità di uscire con un commento sul Washington Post online, ieri sera, per spiegare e giustificare la manovra. Scrive Bernanke:
«Questo approccio [l'easing quantitativo] ha alleviato le condizioni finanziarie nel passato e, finora, sembra essere ancora efficace. I prezzi delle azioni sono saliti ed i tassi a lungo termine sono diminuiti quando gli investitori hanno cominciato ad anticipare la più recente azione. Condizioni finanziarie più accomodanti promuoveranno la crescita economica. Ad esempio, minori tassi ipotecari renderanno più conveniente l’acquisto dell’abitazione e consentiranno a più proprietari di rifinanziarsi. Minori tassi sulle obbligazioni aziendali incoraggeranno l’investimento. E prezzi azionari più elevati spingeranno la ricchezza dei consumatori aiutando ad aumentarne la fiducia, cosa che potrà stimolare la spesa. Una accresciuta spesa condurrà a maggiori redditi e profitti che, in un circolo virtuoso, supporteranno ulteriormente l’espansione economica»Da dove si può cominciare, di fronte a questa magia di una fiat money che crea una fiat wealth che scorre dall’alto verso il basso, il famoso effetto trickle-down? Vediamo. Di fatto, quasi tutto il ragionamento di Bernanke si basa sulla rivitalizzazione dell’effetto-ricchezza, quello che impazzava ai tempi di Alan Greenspan, quando le abitazioni erano un bancomat attraverso il rifinanziamento (si chiamava mortgage equity extraction), e l’andamento del mercato azionario induceva un senso di comfort psicologico tale da spingere l’indebitamento (a fronte di garanzie effimere) ed i consumi.
I rendimenti scendono? Gli investitori si troveranno ad essere disperati nella ricerca di rendimenti superiori a quelli da prefisso telefonico che la manovra della Fed determinerà, e si sposteranno con effetto-gregge su tutto quello che rende di più: mercati emergenti, obbligazioni societarie, azioni. I cui prezzi saliranno, con il rischio che equivale a certezza che questa ascesa sia sganciata dai fondamentali, ed il risultato finale sarà che la Fed avrà insufflato una gigantesca bolla finanziaria che non attende che di esplodere. Per quale motivo, inoltre, a fronte di un ridotto costo del debito, le aziende dovrebbero indebitarsi per investire, dato che in media si trovano con un tasso di utilizzo della capacità produttiva che resta storicamente depresso? Al più potremo vedere un indebitamento aziendale finalizzato a fusioni ed acquisizioni, al riacquisto di azioni proprie o alla distribuzione di maxi-dividendi, che sosterranno artificiosamente le quotazioni azionarie ma non l’economia reale, nel remake di quanto visto negli ultimi due decenni.
Sappiamo che l’obiettivo della Fed è quello di indurre aspettative inflazionistiche, per contrastare una disinflazione che rischia di diventare deflazione. In questo modo si avrebbe anche una riduzione del valore reale dello stock di debito, tale da aiutare l’economia ad uscire prima dalle difficoltà, almeno in astratto. Il problema è che, se il pubblico dovesse percepire una tendenza surrettizia al finanziamento del deficit federale da parte della Fed, le aspettative inflazionistiche finirebbero col disancorarsi, e vedremmo forti aumenti dei rendimenti sulle attività in dollari, che distruggerebbero in prima battuta proprio quel mercato immobiliare che la Fed vorrebbe sostenere. Senza contare, inoltre, che il numero di mutuatari “sott’acqua”, cioè che hanno un valore del debito ipotecario che eccede quello della propria abitazione, strozza già oggi nella culla ogni ipotesi di rifinanziamento del mutuo.
More of the same, potremmo quindi dire. Una scorciatoia molto pericolosa, che mira a perpetuare un modello di “sviluppo” trainato dai consumi, che ha già prodotto devastazioni oltre a squilibri macroeconomici globali, con un enorme deficit americano delle partite correnti che trova contropartita in altrettanti surplus in paesi come Cina e Germania. Questa volta anche con l’esplosione dei flussi finanziari di “denaro caldo” in entrata sui paesi emergenti, che ne saranno destabilizzati e si troveranno costretti ad adottare misure protettive, quali controlli sui capitali.
Coniugando il modello giapponese di decennio perduto con il proprio peso globale, l’America si conferma l’elefante nella cristalleria dell’economia mondiale.
QE la madre di tutte le bolle
Bernanke non ha tradito le aspettative ed ha annunciato un QE leggermente superiore a quanto i mercati si aspettavano.
Conseguenze sui mercati:
Il Dollar index è arrivato a testare i minimi a 76.14 livello che DEVE assolutamente tenere altrimenti il dollaro torna sui minimi di lungo periodo 74.17 e 70.69.
Il dollaro contro euro ha rotto i minimi di periodo nei confronti dell'euro che si sta rivelando la valuta più forte dei paesi non considerati emergenti, mentre sta lottando nell'area 81 con lo yen con lotta che puzza di interventi Boj.
Le borse, che in questo periodo salgono sulla debolezza del dollaro, hanno reagito bene alla notizia ma sembrano abbiano perso slancio, in particolare il FTSEMIB si è fermato sotto il livello critico di 21666 a 20622 con volumi bassi (a parte la prima mezzora dove probabilmente hanno chiuso le posizioni chi ieri aveva scommesso su un'apertura al ribasso).
La situazione è ancora incerta vediamo come evolve la settimana tenendo d'occhio le valute che sono in questo momento il vero riferimento per i mercati perché è li che si scaricano le tensioni (dollaro debole borse su).
Ps Enel Green Power è stata sottoscritta a piene mani dagli investitori retail e poco dagli istituzionali, guardacaso oggi ha aperto a -4.5% e ora veleggia intorno a -3.6 pur con un mercato positivo. Praticamente il bonus di azioni se ne è già andato. Mah, è strano come la gente sia così sospettosa quando si parla di risparmio e poi si faccia condizionare dalla pubblicità....
mercoledì 3 novembre 2010
In attesa della FED
In attesa della FED l'indice FTSEMIB dopo aver tentato senza successo l'attacco alla resistenza posta a 21666 ha ripiegato ed è andato a ritestare la media mobile a 21gg e middle delle Bollinger Bands. Una rottura di questi livelli porterebbe l'indice verso la media mobile 200gg e 51 gg che guardacaso passano proprio nell'area prossima a 20666. Questo è un supporto importantissimo anche in ottica di medio periodo la cui rottura porterebbe sui mini di settembre.
Al rialzo solo sopra 21666 confermato in chiusura.
lunedì 1 novembre 2010
.....continua E' il momento di comperare in borsa? Pensieri ad alta voce
Passiamo quindi al livello macroeconomico che cercherò di interpretare seguendo la teoria austriaca. Ci sono diversi fattori critici che stanno caratterizzando questo periodo storico che ha avuto inizio di fatto il 15 agosto 1971, a Camp David, quando il presidente statunitense Richard Nixon annunciò la sospensione della convertibilità del dollaro in oro o in termini meno benevoli il default degli Usa. Da allora è partito il più grande esperimento economico tentando di riproporre un sistema monetario che in precedenza era sempre fallito. Non sto ora a fare tutta la storia e a riproporre la teoria ma di fatto oggi ci troviamo però in una situazione molto critica che si può riassumere con i seguenti punti:
- La politica dei tassi di interesse bassissimi ha creato via via squilibri sempre maggiori passando per una serie continua di bolle finanziarie fino ad arrivare a quella che stiamo vivendo attualmente e cioè quella dei debiti statali.
- Gli stati, in simbiosi con le banche centrali, sono indebitati in modo spaventoso facendo un salto di qualità in negativo nell'ultima crisi quando si sono presi in carico di fatto tutti i debiti delle banche private
- Le banche centrali anzichè porre un freno a questa situazione hanno assecondato gli stati e tuttora stanno manipolando i mercati obbligazionari per tenere i tassi di interesse bassi acquistando debiti degli stati stessi e creando liquidità. Questa liquidità non rimane se non in minima parte negli USA e in Europa ma si sta verificando un flusso di denaro dal centro verso la periferia ovvero verso i paesi emergenti.
- le valute stanno subendo questi squilibri: il dollaro si indebolisce in seguito alle aspettative di quantitative easing che portano aspettative di inflazione e di rivalutazione dei beni reali tra cui borsa e commodities. A differenza della bolla del nasdaq, quando il rafforzamento del dollaro portava rialzi di borsa perchè stava a significare afflussi di dollari per comprare azioni americane , oggi avviene il contrario e ciò non è sano.
- la cina in questi ultimi anni ha giocato un ruolo fondamentale come cuscinetto per tamponare l'inflazione e come acquirente di di titoli di stato usa ma ora sembra che la situazione stia cambiando.
La cina a mio avviso rappresenta la vera incognita ed è un'incognita molto rilevate essendo diventata il motore produttivo del mondo,
Rappresenta un enigma perchè per certi versi è il paese più liberista del mondo ma resta pur sempre un paese governato da una dittatura e da un pianificatore centrale ed è storicamente provato che prima o poi il pianificatore, non essendo infallibile, sbaglia qualche mossa. Le incognite cinesi sono molteplici ad esempio quanto è grande la sovracapacità produttiva, quanto è grande la bolla immobiliare, quanto riusciranno a governare in modo dittatoriale nonostante il maggiore benessere.
Continua...
- La politica dei tassi di interesse bassissimi ha creato via via squilibri sempre maggiori passando per una serie continua di bolle finanziarie fino ad arrivare a quella che stiamo vivendo attualmente e cioè quella dei debiti statali.
- Gli stati, in simbiosi con le banche centrali, sono indebitati in modo spaventoso facendo un salto di qualità in negativo nell'ultima crisi quando si sono presi in carico di fatto tutti i debiti delle banche private
- Le banche centrali anzichè porre un freno a questa situazione hanno assecondato gli stati e tuttora stanno manipolando i mercati obbligazionari per tenere i tassi di interesse bassi acquistando debiti degli stati stessi e creando liquidità. Questa liquidità non rimane se non in minima parte negli USA e in Europa ma si sta verificando un flusso di denaro dal centro verso la periferia ovvero verso i paesi emergenti.
- le valute stanno subendo questi squilibri: il dollaro si indebolisce in seguito alle aspettative di quantitative easing che portano aspettative di inflazione e di rivalutazione dei beni reali tra cui borsa e commodities. A differenza della bolla del nasdaq, quando il rafforzamento del dollaro portava rialzi di borsa perchè stava a significare afflussi di dollari per comprare azioni americane , oggi avviene il contrario e ciò non è sano.
- la cina in questi ultimi anni ha giocato un ruolo fondamentale come cuscinetto per tamponare l'inflazione e come acquirente di di titoli di stato usa ma ora sembra che la situazione stia cambiando.
La cina a mio avviso rappresenta la vera incognita ed è un'incognita molto rilevate essendo diventata il motore produttivo del mondo,
Rappresenta un enigma perchè per certi versi è il paese più liberista del mondo ma resta pur sempre un paese governato da una dittatura e da un pianificatore centrale ed è storicamente provato che prima o poi il pianificatore, non essendo infallibile, sbaglia qualche mossa. Le incognite cinesi sono molteplici ad esempio quanto è grande la sovracapacità produttiva, quanto è grande la bolla immobiliare, quanto riusciranno a governare in modo dittatoriale nonostante il maggiore benessere.
Continua...
sabato 23 ottobre 2010
E' il momento di comperare in borsa? Pensieri ad alta voce
In questi giorni il mercato sta salendo e inevitabilmente aumentano gi ottimisti nonchè la tentazione di cedere alle sirene del rialzo. Soprattutto aumenta il senso di frustrazione di chi è ancora fuori dal mercato e vede guadagni sfumare. Avidità e paura sono legate indissolubilmente all'andamento dei mercati e sono le principali responsabili delle perdite. L'unico antidoto è affrontare razionalmente la situazione analizzando i pro e i contro sia da punto di vista dell'analisi fondamentale che dell'analisi tecnica.
Proverò quindi a razionalizzare quello che ho letto nei vari blog e siti facendo dei ragionamenti ad "alta voce".
Partiamo dall'analisi fondamentale e dalle buone notizie. Queste arrivano a livello microeconomico e cioè delle aziende che stanno tornando a fare utili. Le trimestrali che stanno uscendo sono infatti molto buone e battono, tranne casi isolati, le attese degli analisti. Sul fatto che poi gli analisti abbiano tenuto troppo basse le stime per prudenza o per convenienza (tengo basse le stime faccio comprare i titoli alla banca, gli utili battono le stime, il titolo sale la banca guadagna) si può discutere. Di fatto sono buone notizie che supportano il rialzo.
Qui la cattiva notizia è invece legata ai casi isolati che non hanno battuto le stime e in particolare a Bank of America che è ancora alle prese, più di altri, con i titoli spazzatura. Diciamo che è la punta dell'iceberg ma questo rimanda a un discorso più generale di macroeconomia che vedremo poco oltre.
Altro elemento portato a favore del rialzo dagli ottimisti è che i rapporti prezzi utili sono a livelli molto bassi. I prezzi ovviamente sono dati, basta guardare il giornale, mentre per quel che riguarda gli utili prospettici, poichè ovviamente l'utile è dato dai ricavi meno i costi, bisogna vedere come questi si muoveranno.
Per quanto riguarda i costi si può dire che le aziende negli ultimi anni hanno raggiunto livelli di efficienza di prim'ordine: si sono ristrutturate anche delocalizzando (aumentando quindi la disoccupazione)e sfruttando al massimo le nuove tecnologie. Ora però grossi recuperi di produttività non se ne vedono anche se non è escluso ed è augurabile che ci siano (l'azione umana è imprevedibile). In altri termini, se ci guardiamo indietro solo quindici anni fa il mondo era completamente diverso: internet era riservato a pochi appassionati e la Cina e l'India erano paesi praticamente sottosviluppati. Lo sviluppo prorompente di queste "novità" ha consentito un abbattimento dei costi di proporzioni impensabili e allo stato attuale irripetibili.
Altra componente che ha inciso sulla componente abbattimento dei costi sono gli oneri finanziari: anche in questo caso le aziende hanno potuto godere di tassi di interesse storicamente bassi sulla cui sostenibilità vedremo più avanti nelle considerazioni macro.
Per quanto riguarda i ricavi futuri le aziende possono fare relativamente poco nel senso che possono migliorare continuamente la propria offerta ma difficilmente possono influenzare la domanda. Sia per quanto riguarda i costi che i ricavi le principali incognite sono a livello macroeconomico
Passiamo quindi al livello macroeconomico che...... continua.....
Proverò quindi a razionalizzare quello che ho letto nei vari blog e siti facendo dei ragionamenti ad "alta voce".
Partiamo dall'analisi fondamentale e dalle buone notizie. Queste arrivano a livello microeconomico e cioè delle aziende che stanno tornando a fare utili. Le trimestrali che stanno uscendo sono infatti molto buone e battono, tranne casi isolati, le attese degli analisti. Sul fatto che poi gli analisti abbiano tenuto troppo basse le stime per prudenza o per convenienza (tengo basse le stime faccio comprare i titoli alla banca, gli utili battono le stime, il titolo sale la banca guadagna) si può discutere. Di fatto sono buone notizie che supportano il rialzo.
Qui la cattiva notizia è invece legata ai casi isolati che non hanno battuto le stime e in particolare a Bank of America che è ancora alle prese, più di altri, con i titoli spazzatura. Diciamo che è la punta dell'iceberg ma questo rimanda a un discorso più generale di macroeconomia che vedremo poco oltre.
Altro elemento portato a favore del rialzo dagli ottimisti è che i rapporti prezzi utili sono a livelli molto bassi. I prezzi ovviamente sono dati, basta guardare il giornale, mentre per quel che riguarda gli utili prospettici, poichè ovviamente l'utile è dato dai ricavi meno i costi, bisogna vedere come questi si muoveranno.
Per quanto riguarda i costi si può dire che le aziende negli ultimi anni hanno raggiunto livelli di efficienza di prim'ordine: si sono ristrutturate anche delocalizzando (aumentando quindi la disoccupazione)e sfruttando al massimo le nuove tecnologie. Ora però grossi recuperi di produttività non se ne vedono anche se non è escluso ed è augurabile che ci siano (l'azione umana è imprevedibile). In altri termini, se ci guardiamo indietro solo quindici anni fa il mondo era completamente diverso: internet era riservato a pochi appassionati e la Cina e l'India erano paesi praticamente sottosviluppati. Lo sviluppo prorompente di queste "novità" ha consentito un abbattimento dei costi di proporzioni impensabili e allo stato attuale irripetibili.
Altra componente che ha inciso sulla componente abbattimento dei costi sono gli oneri finanziari: anche in questo caso le aziende hanno potuto godere di tassi di interesse storicamente bassi sulla cui sostenibilità vedremo più avanti nelle considerazioni macro.
Per quanto riguarda i ricavi futuri le aziende possono fare relativamente poco nel senso che possono migliorare continuamente la propria offerta ma difficilmente possono influenzare la domanda. Sia per quanto riguarda i costi che i ricavi le principali incognite sono a livello macroeconomico
Passiamo quindi al livello macroeconomico che...... continua.....
mercoledì 6 ottobre 2010
Guerra Valutaria
La resistenza indicata lunedì 27/9 a 1.35 è stata perforata come il burro e ora si appresta a testare l'area 1.39 - 1.40 che staziona su un ritracciamento del 61.8% della precedente discesa. Se non si ferma neanche qua i livelli successivi sono a 1.45 e 1.49. Anche contro Yen nonostante i massicci interventi della BoJ il dollaro è tornato vicino ai minimi assoluti 79,78 toccati solo in intraday nell'ormai lontano 1995 in piena crisi valutaria della lira.
Tra l'altro si legge oggi su ZeroHedge che il secondo possessore di Treasury Americani è nientedimeno che la FED!!! Praticamente siccome nessuno glieli compra se li comprano da soli.
Mah....
Tra l'altro si legge oggi su ZeroHedge che il secondo possessore di Treasury Americani è nientedimeno che la FED!!! Praticamente siccome nessuno glieli compra se li comprano da soli.
Mah....
martedì 5 ottobre 2010
Franco Svizzero Come Bene Rifugio OKKIO
Riporto un articolo molto interessante pubblicato su Liberisti.org e su movimento libertario.it
"Franco svizzero, ovvero:
l’insostenibile “pesantezza” dell’essere ...
... un falso bene rifugio
Il titolo di questo editoriale mi è venuto spontaneo, perché, per uno di quegli strani concatenamenti neuronali che si scatenano a volte nel cervello, improvvisamente mi è tornato alla mente il romanzo di MIlan Kundera “l’insostenibile leggerezza dell’essere”, nel quale si descriveva la vita degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo tra la cosiddetta “primavera di Praga” e l’invasione sovietica che ne seguì. Forse perché, come allora per la Cecoslovacchia, anche noi siamo oggi alla vigilia di un default economico-finanziario, che inevitabilmente porterà con sé un’ulteriore limitazione delle nostre libertà individuali. L’apprezzamento del franco svizzero su dollaro e euro la dice lunga sulla gravità del momento. Storicamente è infatti nei momenti di crisi che il franco svizzero si apprezza sulle altre valute.
Ma è un cadere dalla padella nella brace, perché il franco svizzero ha ormai ripudiato, come tutte le altre monete, la parità aurea: dunque è oggi solo un bene fiduciario.
Ma di quale fiducia si parla? Fiducia che il franco svizzero non seguirà la sorte di tutte le altre monete di carta se l’economia mondiale si avviterà su sé stessa? Più che fiducia è isteria da “si salvi chi può”, una corsa da ultima spiaggia verso una moneta meno inflazionata di dollaro e euro, certo, ma pur sempre “bene fiduciario” e non “bene reale”. L’unica moneta vera, che, non io, ma la storia umana ha riconosciuto e continua a riconoscere come “bene reale” è l‘oro. E che l’oro e non il franco svizzero sia il vero “bene rifugio” il grafico che segue è qui a dimostrarlo:
Guardando l’andamento del rapporto CHF-ORO nel corso degli ultimi 10 anni mi viene da sorridere (anzi da piangere) al ricordo di quando, per giustificare la vendita di una buona fetta dell’oro della BNS, pretesa dalla casta parassita per arginare il debito pubblico di Confederazione e Cantoni, le solite speakers bamboccette della TV di Stato ripetevano in tutte le lingue nazionali, con sorrisini compiaciuti e rassicuranti, che si trattava della vendita dell’oro “in eccedenza” della BNS.
Ma “eccedenza” rispetto a che cosa? Nessuno l’ha mai spiegato: l’importante era trapanare la testa della gente fino al punto di convincerla che quella “roba gialla” giaceva ormai da troppo tempo nel fondo di qualche magazzino della BNS e tanto valeva venderla, prima che nessuno più la volesse.
La cosa deve aver fatto presa anche nella testa del buon Alfonso Tuor (al quale rimango nondimeno fedele nelle sue previsioni cassandriche) tant’è che nel suo editoriale del 16 gennaio 2008 sul Corriere del Ticino, a titolo “Il ritorno di fiamma del franco”, Tuor sosteneva che “la legge impone alla Banca nazionale Svizzera che la quantità di franchi in circolazione non sia maggiore dell’oro di sua proprietà”. Forse anche lui pensava in buona fede che l’oro venduto fosse davvero quello “in eccedenza”.
Volli andare fino in fondo alla cosa: scrissi alla BNS, la quale deve sempre aver mal digerito l’imposizione di vendere oro estortagli dalla casta parassita, tant’è che in men che non si dica cosí mi rispose: “Egregio signor Cortonesi, in effetti, nell'articolo da lei menzionato, le affermazioni del signor Tuor sono errate. Dall’entrata in vigore della nuova legge sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento (LUMP), il 1° maggio 2000, è stato definitivamente soppresso il vincolo del franco all'oro. In seguito alla soppressione del vincolo del franco all’oro, anche una serie di disposizioni della vecchia legge sulla Banca nazionale (vLBN) divennero caduche e non furono più riprese nel nuovo ordinamento dei biglietti di banca (art. 7–9 LUMP). Si trattava essenzialmente della prescrizione sulla copertura aurea minima del 25% dei biglietti in circolazione (art. 19 vLNB) e delle disposizioni d’esecuzione relative all’obbligo del rimborso e alla parità aurea (art. 20–22 vLBN). Alla stessa data (1° maggio 2000), il Consiglio federale ha emanato un’ordinanza concernente l’abrogazione di atti normativi in materia monetaria che risalivano ancora al periodo della parità aurea: si trattava del decreto del Consiglio federale del 29 giugno 1954 concernente il corso legale dei biglietti di banca e la soppressione del loro rimborso in oro e del decreto del Consiglio federale del 9 maggio 1971 che stabilisce la parità aurea del franco (cfr. 9.1.3), decreti che in seguito all’entrata in vigore della LUMP sono divenuti caduchi. Anche l'oro detenuto dalla BNS è stato dunque 'demonetizzato' ed è divenuto un attivo alla stregua di altri”. Dunque il franco svizzero è oggi una moneta di tipo “fiduciario”, esattamente come tante altre. La fiducia che ne determina l’attuale apprezzamento si fonda su una “consuetudine storica”, oggi rinverdita da gente “impanicata”, ma che non ha più la solida base legale su cui si basava un tempo la parità aurea del franco svizzero. Né vale attribuire la sua forza al fatto che il debito pubblico svizzero ammonterebbe a “solo” il 40% del prodotto interno lordo, perché se, seguendo i nuovi criteri di valutazione del “debito di un paese”, si somma ad esso anche il debito privato (rappresentato in Svizzera in grandissima parte da ipoteche), esso è praticamente allineato con quello di paesi che hanno un debito pubblico maggiore, ma un debito privato minore. È vero, un debito ipotecario privato non è un debito per un acquisto ormai “disperso al vento”, come i servizi finanziati dagli Stati attraverso le loro obbligazioni; dietro ogni ipoteca c’è un casa, cioè un bene reale, ma il “valore” di questo bene reale può subire anche un notevole deprezzamento, soprattutto quando viene meno la capacità finanziaria delle famiglie di pagare le rate del mutuo e il mercato viene inondato di case in vendita (USA docet). Proprio qualche giorno fa il Corriere del Ticino pubblicava questo articolo: “In Svizzera il basso livello dei tassi di interesse e la concorrenza tra le banche negli affari ipotecari celano rischi di una bolla immobiliare per i prossimi anni. Lo indica uno studio condotto dalla società di consulenza Fahrländer Partner e dall'istituto di ricerca BAK Basel. Negli ultimi anni, secondo lo studio, hanno ottenuto crediti ipotecari anche nuclei familiari che hanno a disposizione redditi e patrimoni relativamente bassi, scrivono in una nota diffusa nella giornata di ieri gli autori dell'analisi «Immoprog». In precedenza invece gli istituti di credito attivi nel nostro Paese erano piuttosto restii nell'accordare prestiti a tali ceti. Se il costo delle ipoteche dovesse salire in modo sensibile, diverse famiglie potrebbero non essere in grado di pagare gli interessi, avvertono gli autori dello studio condotto dal centro di ricerche”. Supponiamo pure che i tassi, come penso, rimangano bassi, perché alla fine la casta parassita sceglierà la via inflazionistica nel timore che quella deflazionistica la faccia pendere dalle forche che sarebbero tosto issate nelle pubbliche piazze, la domanda che si pone è questa: la “pesantezza” del franco svizzero sarà sostenibile a lungo?. Uno studio condotto sulle PMI ha evidenziato una diminuzione dell’utile medio intorno al 20%, con eccellenze che denunciano una diminuzione di pochi punti percentuali fino a casi in cui la diminuzione dell’utile arriva al 60%. Quali ripercussioni avremo sulle capacità finanziarie di famiglie ipotecariamente indebitate (ma non solo) in caso di una riduzione dei salari o addirittura in presenza di licenziamenti? Davvero la BNS, qualora il pericolo si facesse evidente, non scenderebbe in campo per svalutare il franco? E non dovrebbe questo potenziale pericolo spingere gli investitori a puntare sull’oro anziché sul franco? Mi auguro che, passata l’isteria collettiva, coloro che, come pesci terrorizzati in una nassa, sono addirittura arrivati a comprare massicciamente yen, cioè la valuta di un paese da oltre un decennio in stand-by (il che è tutto dire), sappiano orientare i loro investimenti su beni reali e non su beni fiduciari, anche se va detto che l’oro, l’argento e il platino, da soli non basteranno a contenere tutto lo tsunami finanziario che si va profilando. Quello che a me sembra stupefacente è il fatto che la classe politica continui a litigare e fare programmi senza dare alcun segnale evidente di aver recepito cosa stia realmente accadendo. Anche i mass media e la gente comune sembrano mille miglia lontani dal prendere seriamente coscienza del fatto che se non si risolve il problema monetario ogni programma politico, di destra come di sinistra, sarà irrealizzabile e che i rischi di un default del sistema si faranno ogni giorno più pesanti. Il problema delle monete false è oggi il vero problema: la mia impressione è che dalla degenerazione finanziaria indotta dalle monete di carta straccia non se ne possa più uscire, neppure se la virtù magicamente si imponesse e guidasse saggiamente l’azione dei governi, un pò come accade a chi decide di amministrarsi con sagacia solo quando è ormai sull’orlo del fallimento: non c’è più tempo, doveva pensarci prima. Credo veramente che se energie devono essere spese esse non debbano essere orientate alla lotta politica senza quartiere, ma alla concordia civica, perché non sarà facile, l’uno contro l’altro armati, limitare i danni, prodotti da una generazione di politici illusionisti e demagoghi e di banchieri centrali falsari, le cui conseguenze ricadranno amaramente sulle spalle dei nostri figli e su quelle dei figli dei nostri figli. Quando ce ne renderanno conto dovremo loro spiegare come sia stato possibile che, nei fatti, i liberali abbiano potuto per tanti anni comportarsi da socialisti, coltivando i sogni impossibili che gli abbiamo poi fatto esplodere addosso.
Rivo Cortonesi 1-10-2010
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"Franco svizzero, ovvero:
l’insostenibile “pesantezza” dell’essere ...
... un falso bene rifugio
Il titolo di questo editoriale mi è venuto spontaneo, perché, per uno di quegli strani concatenamenti neuronali che si scatenano a volte nel cervello, improvvisamente mi è tornato alla mente il romanzo di MIlan Kundera “l’insostenibile leggerezza dell’essere”, nel quale si descriveva la vita degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo tra la cosiddetta “primavera di Praga” e l’invasione sovietica che ne seguì. Forse perché, come allora per la Cecoslovacchia, anche noi siamo oggi alla vigilia di un default economico-finanziario, che inevitabilmente porterà con sé un’ulteriore limitazione delle nostre libertà individuali. L’apprezzamento del franco svizzero su dollaro e euro la dice lunga sulla gravità del momento. Storicamente è infatti nei momenti di crisi che il franco svizzero si apprezza sulle altre valute.
Ma è un cadere dalla padella nella brace, perché il franco svizzero ha ormai ripudiato, come tutte le altre monete, la parità aurea: dunque è oggi solo un bene fiduciario.
Ma di quale fiducia si parla? Fiducia che il franco svizzero non seguirà la sorte di tutte le altre monete di carta se l’economia mondiale si avviterà su sé stessa? Più che fiducia è isteria da “si salvi chi può”, una corsa da ultima spiaggia verso una moneta meno inflazionata di dollaro e euro, certo, ma pur sempre “bene fiduciario” e non “bene reale”. L’unica moneta vera, che, non io, ma la storia umana ha riconosciuto e continua a riconoscere come “bene reale” è l‘oro. E che l’oro e non il franco svizzero sia il vero “bene rifugio” il grafico che segue è qui a dimostrarlo:
Guardando l’andamento del rapporto CHF-ORO nel corso degli ultimi 10 anni mi viene da sorridere (anzi da piangere) al ricordo di quando, per giustificare la vendita di una buona fetta dell’oro della BNS, pretesa dalla casta parassita per arginare il debito pubblico di Confederazione e Cantoni, le solite speakers bamboccette della TV di Stato ripetevano in tutte le lingue nazionali, con sorrisini compiaciuti e rassicuranti, che si trattava della vendita dell’oro “in eccedenza” della BNS.
Ma “eccedenza” rispetto a che cosa? Nessuno l’ha mai spiegato: l’importante era trapanare la testa della gente fino al punto di convincerla che quella “roba gialla” giaceva ormai da troppo tempo nel fondo di qualche magazzino della BNS e tanto valeva venderla, prima che nessuno più la volesse.
La cosa deve aver fatto presa anche nella testa del buon Alfonso Tuor (al quale rimango nondimeno fedele nelle sue previsioni cassandriche) tant’è che nel suo editoriale del 16 gennaio 2008 sul Corriere del Ticino, a titolo “Il ritorno di fiamma del franco”, Tuor sosteneva che “la legge impone alla Banca nazionale Svizzera che la quantità di franchi in circolazione non sia maggiore dell’oro di sua proprietà”. Forse anche lui pensava in buona fede che l’oro venduto fosse davvero quello “in eccedenza”.
Volli andare fino in fondo alla cosa: scrissi alla BNS, la quale deve sempre aver mal digerito l’imposizione di vendere oro estortagli dalla casta parassita, tant’è che in men che non si dica cosí mi rispose: “Egregio signor Cortonesi, in effetti, nell'articolo da lei menzionato, le affermazioni del signor Tuor sono errate. Dall’entrata in vigore della nuova legge sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento (LUMP), il 1° maggio 2000, è stato definitivamente soppresso il vincolo del franco all'oro. In seguito alla soppressione del vincolo del franco all’oro, anche una serie di disposizioni della vecchia legge sulla Banca nazionale (vLBN) divennero caduche e non furono più riprese nel nuovo ordinamento dei biglietti di banca (art. 7–9 LUMP). Si trattava essenzialmente della prescrizione sulla copertura aurea minima del 25% dei biglietti in circolazione (art. 19 vLNB) e delle disposizioni d’esecuzione relative all’obbligo del rimborso e alla parità aurea (art. 20–22 vLBN). Alla stessa data (1° maggio 2000), il Consiglio federale ha emanato un’ordinanza concernente l’abrogazione di atti normativi in materia monetaria che risalivano ancora al periodo della parità aurea: si trattava del decreto del Consiglio federale del 29 giugno 1954 concernente il corso legale dei biglietti di banca e la soppressione del loro rimborso in oro e del decreto del Consiglio federale del 9 maggio 1971 che stabilisce la parità aurea del franco (cfr. 9.1.3), decreti che in seguito all’entrata in vigore della LUMP sono divenuti caduchi. Anche l'oro detenuto dalla BNS è stato dunque 'demonetizzato' ed è divenuto un attivo alla stregua di altri”. Dunque il franco svizzero è oggi una moneta di tipo “fiduciario”, esattamente come tante altre. La fiducia che ne determina l’attuale apprezzamento si fonda su una “consuetudine storica”, oggi rinverdita da gente “impanicata”, ma che non ha più la solida base legale su cui si basava un tempo la parità aurea del franco svizzero. Né vale attribuire la sua forza al fatto che il debito pubblico svizzero ammonterebbe a “solo” il 40% del prodotto interno lordo, perché se, seguendo i nuovi criteri di valutazione del “debito di un paese”, si somma ad esso anche il debito privato (rappresentato in Svizzera in grandissima parte da ipoteche), esso è praticamente allineato con quello di paesi che hanno un debito pubblico maggiore, ma un debito privato minore. È vero, un debito ipotecario privato non è un debito per un acquisto ormai “disperso al vento”, come i servizi finanziati dagli Stati attraverso le loro obbligazioni; dietro ogni ipoteca c’è un casa, cioè un bene reale, ma il “valore” di questo bene reale può subire anche un notevole deprezzamento, soprattutto quando viene meno la capacità finanziaria delle famiglie di pagare le rate del mutuo e il mercato viene inondato di case in vendita (USA docet). Proprio qualche giorno fa il Corriere del Ticino pubblicava questo articolo: “In Svizzera il basso livello dei tassi di interesse e la concorrenza tra le banche negli affari ipotecari celano rischi di una bolla immobiliare per i prossimi anni. Lo indica uno studio condotto dalla società di consulenza Fahrländer Partner e dall'istituto di ricerca BAK Basel. Negli ultimi anni, secondo lo studio, hanno ottenuto crediti ipotecari anche nuclei familiari che hanno a disposizione redditi e patrimoni relativamente bassi, scrivono in una nota diffusa nella giornata di ieri gli autori dell'analisi «Immoprog». In precedenza invece gli istituti di credito attivi nel nostro Paese erano piuttosto restii nell'accordare prestiti a tali ceti. Se il costo delle ipoteche dovesse salire in modo sensibile, diverse famiglie potrebbero non essere in grado di pagare gli interessi, avvertono gli autori dello studio condotto dal centro di ricerche”. Supponiamo pure che i tassi, come penso, rimangano bassi, perché alla fine la casta parassita sceglierà la via inflazionistica nel timore che quella deflazionistica la faccia pendere dalle forche che sarebbero tosto issate nelle pubbliche piazze, la domanda che si pone è questa: la “pesantezza” del franco svizzero sarà sostenibile a lungo?. Uno studio condotto sulle PMI ha evidenziato una diminuzione dell’utile medio intorno al 20%, con eccellenze che denunciano una diminuzione di pochi punti percentuali fino a casi in cui la diminuzione dell’utile arriva al 60%. Quali ripercussioni avremo sulle capacità finanziarie di famiglie ipotecariamente indebitate (ma non solo) in caso di una riduzione dei salari o addirittura in presenza di licenziamenti? Davvero la BNS, qualora il pericolo si facesse evidente, non scenderebbe in campo per svalutare il franco? E non dovrebbe questo potenziale pericolo spingere gli investitori a puntare sull’oro anziché sul franco? Mi auguro che, passata l’isteria collettiva, coloro che, come pesci terrorizzati in una nassa, sono addirittura arrivati a comprare massicciamente yen, cioè la valuta di un paese da oltre un decennio in stand-by (il che è tutto dire), sappiano orientare i loro investimenti su beni reali e non su beni fiduciari, anche se va detto che l’oro, l’argento e il platino, da soli non basteranno a contenere tutto lo tsunami finanziario che si va profilando. Quello che a me sembra stupefacente è il fatto che la classe politica continui a litigare e fare programmi senza dare alcun segnale evidente di aver recepito cosa stia realmente accadendo. Anche i mass media e la gente comune sembrano mille miglia lontani dal prendere seriamente coscienza del fatto che se non si risolve il problema monetario ogni programma politico, di destra come di sinistra, sarà irrealizzabile e che i rischi di un default del sistema si faranno ogni giorno più pesanti. Il problema delle monete false è oggi il vero problema: la mia impressione è che dalla degenerazione finanziaria indotta dalle monete di carta straccia non se ne possa più uscire, neppure se la virtù magicamente si imponesse e guidasse saggiamente l’azione dei governi, un pò come accade a chi decide di amministrarsi con sagacia solo quando è ormai sull’orlo del fallimento: non c’è più tempo, doveva pensarci prima. Credo veramente che se energie devono essere spese esse non debbano essere orientate alla lotta politica senza quartiere, ma alla concordia civica, perché non sarà facile, l’uno contro l’altro armati, limitare i danni, prodotti da una generazione di politici illusionisti e demagoghi e di banchieri centrali falsari, le cui conseguenze ricadranno amaramente sulle spalle dei nostri figli e su quelle dei figli dei nostri figli. Quando ce ne renderanno conto dovremo loro spiegare come sia stato possibile che, nei fatti, i liberali abbiano potuto per tanti anni comportarsi da socialisti, coltivando i sogni impossibili che gli abbiamo poi fatto esplodere addosso.
Rivo Cortonesi 1-10-2010
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lunedì 27 settembre 2010
Lotta tra nani: Euro/Dollaro è pronto per una correzione?
L'Euro/dollaro ha ripercorso metà della discesa giungendo in prossimità di 1.35 potrebbe essere pronto per un ripiegamento verso 1.29. Adesso cominceranno a ricordarsi dell'Irlanda, del Portogallo, della Spagna ma anche la Grecia forse non è così al sicuro......
sabato 25 settembre 2010
Intervento di Francesco Carbone di USEMLAB al Tea Party di Torino
Riporto di seguito l'intervento di Francesco Carbone di USEMLAB al Tea Party di Torino che condivido al 100%
"Buonasera
questo incontro nel quale siamo riuniti, il tea party, vuole essere una forma di protesta contro la pressione fiscale. E’ naturale protestare quando la pressione comincia ad essere avvertita come confisca. In questo paese siamo giunti a livelli di pressione superiori a gran parte del mondo civilizzato, oramai avvertiti come insostenibili dalla popolazione.
Una elevata pressione fiscale ha il brutto effetto di bloccare, ostacolare, impedire, l’esercizio della funzione imprenditoriale, unica e vera fonte di creazione di ricchezza e di benessere. Lo stato generalmente non produce ricchezza, la distribuisce, e la distribuisce anche piuttosto male. Per il servizio che presta trattiene una commissione alquanto elevata. E l’intermediario che si fa pagare le commissioni più alte in assoluto, fuori da qualunque standard di mercato. Se fosse possibile calcolarle, probabilmente non esiteremmo a riformarlo drasticamente.
Sono invece gli imprenditori, lasciati liberi di lavorare e di fare impresa nel rispetto dei principi del diritto, a produrre ricchezza. Ostacolando l’esercizio della funzione imprenditoriale in grado di allocare il capitale, di renderlo produttivo, di innovare, non rimangono troppe speranze per riuscire a mantenere l’attuale standard di vita. Questo è proprio ciò che sta succedendo da qualche anno: un abbassamento degli standard di vita. Parallelamente l’azione del parassita fiscale continua a estendersi e rischia di uccidere il corpo al quale si è attaccato. Una situazione nel complesso davvero infelice. Il classico circolo vizioso.
Da operatore sui mercati finanziari, con 15 anni di esperienza, e studioso dell'economia con oramai oltre 8 anni di attività sul web spesa nell'analisi delle evoluzioni economico sociali, tra le più corrette compiute in questo paese, vorrei però porre alla vostra attenzione un'altra questione, forse ancora più importante di quella fiscale.
Anche in quest’altro campo di azione è presente un parassita, un parassita che è arrivato a succhiare a livelli mai visti nella storia dell’umanità, facendo molti più danni che campo fiscale. Esso, al contrario del parassita fiscale, stimola la funzione imprenditoriale, ma la stimola artificialmente, come per effetto di una droga. Esso confonde il calcolo economico degli imprenditori, ne dirotta le decisioni e gli investimenti verso allocazioni di capitale sbagliate. In ultima analisi questi errori si risolvono in una crisi economica che distrugge parte del capitale accumulato lasciandoci più poveri di prima. Sto parlando del parassita monetario.
Tra le previsioni economiche che ho fatto in questi anni una si è rivelata essere la più corretta, e a mio avviso è proprio la più importante e significativa: l'ascesa del prezzo dell'oro (e dell'argento). Da 280 dollari e 300 euro l'oncia del 2002, siamo arrivati a toccare prezzi di 1300 dollari e 1050 euro. Chi ha seguito i miei consigli, peraltro gratuiti, forniti in tempi insospettabili, e supportati nel tempo da un vasto ragionamento pratico e teorico, non solo ha potuto limitare tutti i danni causati dal crollo del mercato azionario, ma anche quelli causati dall'euro, che in pochi anni ha dimezzato il potere d'acquisto della nostra vecchia lira. Nel 2005 si era ancora in tempo per comprarlo sotto i 350 euro, lo si pagava ancora meno di 600 euro quando pubblicai il mio libro a fine 2008.
Dove voglio arrivare? Semplicemente alla questione monetaria, a mio avviso più importante di quella fiscale. Anche perché, storicamente, quando con il fisco non riescono più a spremerci, pena la rivolta sociale, esiste un altro strumento facile, comodo, subdolo e invisibile, per raggiungere lo stesso obiettivo senza peraltro essere individuati e colpevolizzati: la tassa per inflazione.
Data la complessità della materia, legata alla teoria monetaria, compresa chiaramente ancora da pochissimi economisti, nessuno e sottolineo nessuno, riesce bene a comprendere cosa significhi inflazionare il denaro, né come funzioni e si realizzi il processo inflativo. Pertanto, fregare la gente attraverso lo strumento monetario è un’operazione politicamente innocua che viene realizzata su base costante e continua.
Generalmente nessuno capisce con chiarezza chi sono i veri responsabili del deprezzamento del denaro. L’ultima volta, per esempio, con il passaggio all'euro, ci si è sfogati contro i commercianti e l’imprenditore avido che insegue il profitto. La colpa va sempre al mercato, non all'autore dello svilimento del denaro. Non a chi continua a confiscare valore.
Signori, sia ben chiaro una volta per tutte. A deprezzare costantemente il denaro è la banca centrale, un’agenzia parastatale. Che essa lavori in autonomia, in totale indipendenza, su mandato statale, o che sia di proprietà dello stato, è solo un dettaglio di poca rilevanza. Quello che possiamo affermare con certezza è che essa opera sulla base di un privilegio monopolistico di concessione governativa: il potere di emettere denaro! Il potere più importante di tutti. E lo fa in cambio di qualcosa.
Si dice che Mayer Amschel Rothschild nel 1790 abbia detto: “datemi il permesso di controllare ed emettere il denaro, e per me non avrà alcuna importanza chi fa le leggi”.
Inflazionare il denaro, ovvero aumentarne la quantità nominale in circolazione, è uno strumento di confisca a cui hanno fatto ricorso già re e imperatori. Una volta si tosavano le monete, oppure si svilivano mescolandole con leghe di metallo meno prezioso. Poi le tecniche di contraffazione istituzionale si sono raffinate. Hanno inventato la banca centrale, che in cambio del privilegio di gestire e proteggere il sistema bancario offriva in prestito allo stato i soldi dei depositanti.
Quando lo stato si indebitava troppo arrivando al punto di sollevare dubbi sulle proprie capacità di rimborso, la gente cominciava a recarsi in banca per riscuotere il proprio oro. Il sistema bancario, falliva. Non c'era abbastanza oro da riscuotere. Il sistema bancario, a riserva frazionaria, con la complicità della banca centrale aveva moltiplicato esponenzialmente i pani e i pesci, ovvero il valore nominale del denaro in circolazione senza più un corrispettivo reale sonante. Più che di un miracolo si era trattato di una illusione alla quale, temporaneamente, nel periodo di boom economico stimolato dai prestiti concessi allo stato, avevano creduto tutti.
La semplice invenzione della banca centrale non era sufficiente.
Il passo successivo fu la rimozione dell'oro e l'argento dal sistema monetario. Oro e argento non si possono creare a piacimento per rimborsare i depositanti in coda allo sportello. In Europa la rimozione è avvenuta nella sostanza alla vigilia della prima guerra mondiale. Non ci sarebbero potute essere due guerre mondiali senza la confisca inflazionistica. La gente semplicemente si sarebbe ribellata all’enorme prelievo fiscale indispensabile per sostenere le spese belliche.
L'America confiscò l'oro ai propri cittadini nel 1933. Ancora oggi si racconta la favola che l’oro venne rimosso dal sistema monetario perché aveva causato la depressione americana e impediva la crescita economica. E’ una favola alla quale sembra credere anche il banchiere centrale americano, Ben Bernanke, e alla quale credono 99 economisti su 100. In realtà lo avevano rimosso semplicemente perché impediva la confisca inflazionistica su larga scala. Quella che ha reso possibile il Leviatano, l'imperialismo, la crescita sempre più fragile e insostenibile basata non sul risparmio ma sui consumi e il credito creato dal nulla.
Nel mio settore quei pochi che hanno capito la vera relazione causa effetto oramai dicono: non fu il crash del 29 a causare la grande depressione, fu la grande depressione a causare il crash azionario. Analogamente possiamo dire: non fu il gold standard a causare la grande depressione, fu il tentativo di scavalcare il sistema aureo, per creare prosperità grazie alla carta moneta e il credito creato dal nulla, a causare la grande depressione,
L'abuso monetario su scala globale è prossimo a compiere i 100 anni. I primi trentacinque sono stati spesi confiscando l’oro ai cittadini e facendo 100 milioni di morti. I secondi trentacinque sono stati spesi togliendo del tutto l’oro dal sistema monetario, creando quell'inflazione monetaria che ha portato alla destabilizzazione monetaria più tremenda degli ultimi 200 anni, seguita poi dalla crescita dei prezzi a due cifre degli anni settanta. Quella crisi portò il sistema monetario sull’orlo del collasso nel 1980. Fu salvato sul filo del rasoio. La crisi aveva morso nelle tasche della gente, mentre l’aumento dei prezzi aveva ripulito il sistema da gran parte del debito accumulato.
Negli ultimi trent’anni, grazie a un sistema monetario totalmente cartaceo, si è alimentata una crescita drogata, quasi folle, stimolata a colpi sempre più forti di debito e consumi. Il debito accumulato è enorme. Su di esso le banche hanno edificato una montagna di titoli derivati pari a qualcosa come 15-20 volte il PIL mondiale. Consumare per stimolare l'economia è diventato il dogma dei sedicenti economisti. Hanno messo il carro davanti ai buoi. Invece, la crescita economica, l’aumento di prosperità, di benessere, da che mondo è mondo, sono conseguenza del risparmio, dell’accumulo di capitale, dell’investimento. L’aumento dei consumi rappresenta il godimento finale della ricchezza così generata.
La crisi del 2008 è a mio avviso appena l'antipasto, la prima dura palese manifestazione che qualcosa non va. Dal 1980 erano già emerse diverse crisi, ma qua siamo giunti al segnale definitivo che davvero qualcosa si è rotto. Tuttavia ancora nessuno vuole capire. Tutto continua ad essere male analizzato, le bolle che si alternano una via l’altra, internet prima, quella immobiliare dopo, la globalizzazione, la disoccupazione, la crisi bancaria. In realtà sono tutti sintomi di questo gran problema di fondo che ha al centro la gestione centralizzata e monopolistica del denaro.
Il problema, in tutta la sua gravità, è dovuto al fatto che, accanto allo svilimento del denaro come mezzo di confisca, i nostri governanti si sono appropriati del denaro per gestire il sistema economico. Si fa oramai da troppi anni quello che si faceva in Russia: provare a gestire l’economia grazie alle decisioni centralizzate del pianificatore illuminato. La fatale arroganza, la chiamò Hayek.
Se in Russia era il soviet supremo, qua sono le banche centrali che fissano i tassi di interesse a livelli sempre più bassi, iniettando e stampando denaro per tamponare i disastri creati dalle loro politiche monetarie accomodanti. Oramai intervengono quotidianamente, sono il peggior speculatore che si muove e opera sui mercati finanziari, Sotto la pretesa di dare stabilità, creano le armi e la potenza di fuoco che presto o tardi torna indietro come un boomerang a creare ancora maggiore instabilità. Con le loro politiche monetarie cercano costantemente di impedire che la crisi faccia il suo lavoro e segua il suo corso, riaggiustando gli squilibri della struttura produttiva causati dalla precedente espansione creditizia.
Lo si denunci senza paura: il denaro che oggi usiamo è figlio della falsificazione, della contraffazione, della frode. Ha perso ogni riferimento a qualunque bene reale. Sono numeri stampati a piacere dalla banca centrale, in misura esponenzialmente crescente per sostenere quotazioni di borsa, titoli di stato, tassi di cambio, e per tenere in vita una struttura produttiva sempre più distorta.
Sono tanti i motivi per cui ancora non abbiamo subito, se non in minima parte, le disastrose conseguenze di questa manipolazione monetaria che si risolverà inevitabilmente nella più massiccia confisca inflazionistica di tutti i tempi, accompagnata dalla più grande bancarotta della storia.
Da esperto dei mercati finanziari vi posso dire che i prezzi degli asset finanziari, i più importanti di tutti in quanto vera bussola e guida delle decisioni che orientano l'allocazione del capitale e del risparmio, non hanno più alcun senso. Sono frutto di interventismo e manipolazione. A cascata, le distorsioni riguardano tassi di interesse, obbligazioni, titoli azionari, tassi di cambio, materie prime. I mercati finanziari sono ridotti a un circo dell’assurdo, che presto o tardi sarà sconvolto da uno shock di prezzo, che farà precipitare l’economia in un caos di prezzi, al quale seguirà il caos economico e contestualmente la grande confisca.
Ne ho prese tante, spero di sbagliarmi in questa ultima previsione. però vi raccomando di approfondire la questione monetaria, cercate di imparare qualche nozione base di economia. Cercate di capire cosa è il denaro. E’ proprio questo il titolo del libro al quale sto lavorando e che dovrebbe uscire entro fine anno. Quello che può fare il fisco al confronto del banchiere centrale non è nulla. Quando infine entrambi saranno impotenti, mobiliteranno gli eserciti e le armi, come hanno sempre fatto. Ricordatevi sempre questo detto: quando il denaro muore, muore la gente. E’ questo che a me personalmente fa più paura.
La nostra civiltà non può permettersi un ritorno alla barbarie, al conflitto della guerra, eppure è in questa direzione che stiamo andando, lo vediamo nei fenomeni sempre più ampi di acrimonia sociale, di odio interrazziale, di tensioni geopolitiche mondiali. Tutto per la presunzione di poter gestire il sistema economico facendo leva sul denaro creato dal nulla. L'economia di libero mercato sviluppata dalla Scuola Austriaca di Economia riesce a interpretare e spiegare tutto questo con una limpidezza e una chiarezza incredibili, oserei dire affascinanti. Il problema monetario è ben chiaro sin dal 1912 quando Mises scrisse la teoria della moneta e del credito, poi perfezionata in l'Azione Umana del 1949. Gli economisti lo ignorano.
Tutti ben accomodati alla corte del Leviatano e della Banca Centrale, hanno preferito commettere una vergogosa frode intellettuale. Da decenni vendono l’idea che l'economia sia qualcosa da gestire dall’alto. L’hanno trasformata in qualcosa di astruso che tratta di numeri incomprensibili, formule, equazioni, statistiche. No signori, l'economia parla della gente, dell'azione umana. L'economia del libero mercato, secondo l’approccio della Scuola Austriaca, spiega bene come sia possibile quel meraviglioso processo di cooperazione sociale che tanta ricchezza ha creato negli ultimi 200 anni, nonostante i danni e le distorsioni create dall’intervento statale e della banca centrale.
E mi dispiace dover annoverare tra questi economisti, e qua vado a chiudere, anche tanti impostori che si spacciano per economisti del libero mercato e per difensori delle libertà economiche. Sergio Ricossa, economista italiano, ha detto: “la libertà è la più stuprata delle donne ed il suo stupro il più impunito dei delitti, riferendola anche alla libertà economica. Il dominio dello stato sul denaro e la moneta è garanzia di confisca futura di altra ricchezza, di dominio progressivo e crescente sulle nostre vite. Dopo questa crisi, è pertanto giunta l’ora di tirare giù la maschera.
C’è un criterio molto semplice per discriminare tra chi sta cercando di aprire gli occhi, chi sta spingendo nella direzione giusta verso le riforme necessarie (non ne abbiamo vista una da quando è cominciata la crisi) e chi invece tende a perpetuare questo sistema basato sulla confisca e la pianificazione centralizzata, e continua a imbrigliarci, sia nella teoria che nella pratica, sotto il giogo del mostro a due teste. Il criterio si fonda sulla risposta data a questa domanda:
Cosa ha a che fare, con il libero mercato, il denaro a corso forzoso piuttosto che una banca centrale autorizzata a regolare centralmente la massa monetaria e a fissare per decreto il tasso più importante di tutto il mercato??
Se la risposta è “nulla! in bisogna fare qualcosa” allora siete di fronte a una persona che ha capito il problema. Se la risposta va invece nella direzione di “, mah, bah, però, il denaro è un bene speciale, lo stato deve….” siete di fronte o a uno statalista o a un economista schizofrenico.
Il denaro è sì speciale, perché è il bene economico più importante di tutti, è l'istituzione sociale più importante di tutte, ma appartiene al mercato, appartiene alla gente. Esso è evoluto spontaneamente nel mercato, la sua sovranità originale non ha natura statale, è del mercato. La libertà parte dalla libertà della gente di possedere il denaro, Oggi non possediamo il denaro, non è nostro, non possiamo neanche più utilizzarlo per fare transazioni in contante sopra i 5000 euro. Il valore del denaro, non emana dall’autorità statale, ma parte dal legame tra il denaro come mezzo di scambio e una merce reale. L’illusione totale nella quale siamo caduti negli ultimi trenta anni sta arrivando al termine.
ll sistema fiat, cioè basato sul potere monopolistico di creare denaro dal nulla, ha 100 anni ed è decrepito. La salita dell’oro ci sta dicendo questo. Se non si riformerà quanto prima il sistema monetario nella direzione giusta, possiamo dire addio alla prosperità di cui abbiamo goduto in queste ultime due decadi. Rischiamo un ritorno alla barbarie. Dopo la caduta dell'impero romano servirono 1000 anni per tornare alla prosperità di quei tempi.
Per garantire la continuità del processo pacifico di cooperazione sociale, è necessario, coerentemente alle esigenze di un libero mercato che:
- le banche centrali, cioè il pianificatore centrale del sistema monetario, vengano abolite;
- il danaro venga liberalizzato e restituito al mercato
- tutti operino secondo i principi generali del diritto, secondo i quali creare denaro dal nulla è contraffazione sia nel caso che a falsificare il denaro sia un privato che un operatore istituzionale.
Anche tassare va contro ai principi generali del diritto, tassare significa confiscare, estorcere, rubare, tuttavia finché viviamo in questa forma sociale del grande stato nazionale, a mio avviso ancora rozza e primitiva, tutto ciò che possiamo fare è provare a protestare come stiamo facendo qua.
Ma altrettanto se non più importante è cominciare a protestare per riappropriarci dei nostri soldi, perché statene certi, come è certo che si muore, senza denaro fiat, cioè creato dal nulla, abbiamo solo da guadagnarci tutti quanti, enormemente,
Senza denaro fiat il Leviatano parassita si restringe automaticamente su dimensioni più consone alle esigenze reali del cittadino, e si abbassa di necessità a un livello più vicino e diretto con ciascuna particolarità territoriale, le sue tradizioni, la sua cultura.
Con il denaro fiat, invece, aspettatevi, dopo l'antipasto della crisi 2008, il primo piatto, la seconda portata, e sperate di arrivare al caffè, perché, come detto sopra, quando il denaro muore, muore anche la gente."
"Buonasera
questo incontro nel quale siamo riuniti, il tea party, vuole essere una forma di protesta contro la pressione fiscale. E’ naturale protestare quando la pressione comincia ad essere avvertita come confisca. In questo paese siamo giunti a livelli di pressione superiori a gran parte del mondo civilizzato, oramai avvertiti come insostenibili dalla popolazione.
Una elevata pressione fiscale ha il brutto effetto di bloccare, ostacolare, impedire, l’esercizio della funzione imprenditoriale, unica e vera fonte di creazione di ricchezza e di benessere. Lo stato generalmente non produce ricchezza, la distribuisce, e la distribuisce anche piuttosto male. Per il servizio che presta trattiene una commissione alquanto elevata. E l’intermediario che si fa pagare le commissioni più alte in assoluto, fuori da qualunque standard di mercato. Se fosse possibile calcolarle, probabilmente non esiteremmo a riformarlo drasticamente.
Sono invece gli imprenditori, lasciati liberi di lavorare e di fare impresa nel rispetto dei principi del diritto, a produrre ricchezza. Ostacolando l’esercizio della funzione imprenditoriale in grado di allocare il capitale, di renderlo produttivo, di innovare, non rimangono troppe speranze per riuscire a mantenere l’attuale standard di vita. Questo è proprio ciò che sta succedendo da qualche anno: un abbassamento degli standard di vita. Parallelamente l’azione del parassita fiscale continua a estendersi e rischia di uccidere il corpo al quale si è attaccato. Una situazione nel complesso davvero infelice. Il classico circolo vizioso.
Da operatore sui mercati finanziari, con 15 anni di esperienza, e studioso dell'economia con oramai oltre 8 anni di attività sul web spesa nell'analisi delle evoluzioni economico sociali, tra le più corrette compiute in questo paese, vorrei però porre alla vostra attenzione un'altra questione, forse ancora più importante di quella fiscale.
Anche in quest’altro campo di azione è presente un parassita, un parassita che è arrivato a succhiare a livelli mai visti nella storia dell’umanità, facendo molti più danni che campo fiscale. Esso, al contrario del parassita fiscale, stimola la funzione imprenditoriale, ma la stimola artificialmente, come per effetto di una droga. Esso confonde il calcolo economico degli imprenditori, ne dirotta le decisioni e gli investimenti verso allocazioni di capitale sbagliate. In ultima analisi questi errori si risolvono in una crisi economica che distrugge parte del capitale accumulato lasciandoci più poveri di prima. Sto parlando del parassita monetario.
Tra le previsioni economiche che ho fatto in questi anni una si è rivelata essere la più corretta, e a mio avviso è proprio la più importante e significativa: l'ascesa del prezzo dell'oro (e dell'argento). Da 280 dollari e 300 euro l'oncia del 2002, siamo arrivati a toccare prezzi di 1300 dollari e 1050 euro. Chi ha seguito i miei consigli, peraltro gratuiti, forniti in tempi insospettabili, e supportati nel tempo da un vasto ragionamento pratico e teorico, non solo ha potuto limitare tutti i danni causati dal crollo del mercato azionario, ma anche quelli causati dall'euro, che in pochi anni ha dimezzato il potere d'acquisto della nostra vecchia lira. Nel 2005 si era ancora in tempo per comprarlo sotto i 350 euro, lo si pagava ancora meno di 600 euro quando pubblicai il mio libro a fine 2008.
Dove voglio arrivare? Semplicemente alla questione monetaria, a mio avviso più importante di quella fiscale. Anche perché, storicamente, quando con il fisco non riescono più a spremerci, pena la rivolta sociale, esiste un altro strumento facile, comodo, subdolo e invisibile, per raggiungere lo stesso obiettivo senza peraltro essere individuati e colpevolizzati: la tassa per inflazione.
Data la complessità della materia, legata alla teoria monetaria, compresa chiaramente ancora da pochissimi economisti, nessuno e sottolineo nessuno, riesce bene a comprendere cosa significhi inflazionare il denaro, né come funzioni e si realizzi il processo inflativo. Pertanto, fregare la gente attraverso lo strumento monetario è un’operazione politicamente innocua che viene realizzata su base costante e continua.
Generalmente nessuno capisce con chiarezza chi sono i veri responsabili del deprezzamento del denaro. L’ultima volta, per esempio, con il passaggio all'euro, ci si è sfogati contro i commercianti e l’imprenditore avido che insegue il profitto. La colpa va sempre al mercato, non all'autore dello svilimento del denaro. Non a chi continua a confiscare valore.
Signori, sia ben chiaro una volta per tutte. A deprezzare costantemente il denaro è la banca centrale, un’agenzia parastatale. Che essa lavori in autonomia, in totale indipendenza, su mandato statale, o che sia di proprietà dello stato, è solo un dettaglio di poca rilevanza. Quello che possiamo affermare con certezza è che essa opera sulla base di un privilegio monopolistico di concessione governativa: il potere di emettere denaro! Il potere più importante di tutti. E lo fa in cambio di qualcosa.
Si dice che Mayer Amschel Rothschild nel 1790 abbia detto: “datemi il permesso di controllare ed emettere il denaro, e per me non avrà alcuna importanza chi fa le leggi”.
Inflazionare il denaro, ovvero aumentarne la quantità nominale in circolazione, è uno strumento di confisca a cui hanno fatto ricorso già re e imperatori. Una volta si tosavano le monete, oppure si svilivano mescolandole con leghe di metallo meno prezioso. Poi le tecniche di contraffazione istituzionale si sono raffinate. Hanno inventato la banca centrale, che in cambio del privilegio di gestire e proteggere il sistema bancario offriva in prestito allo stato i soldi dei depositanti.
Quando lo stato si indebitava troppo arrivando al punto di sollevare dubbi sulle proprie capacità di rimborso, la gente cominciava a recarsi in banca per riscuotere il proprio oro. Il sistema bancario, falliva. Non c'era abbastanza oro da riscuotere. Il sistema bancario, a riserva frazionaria, con la complicità della banca centrale aveva moltiplicato esponenzialmente i pani e i pesci, ovvero il valore nominale del denaro in circolazione senza più un corrispettivo reale sonante. Più che di un miracolo si era trattato di una illusione alla quale, temporaneamente, nel periodo di boom economico stimolato dai prestiti concessi allo stato, avevano creduto tutti.
La semplice invenzione della banca centrale non era sufficiente.
Il passo successivo fu la rimozione dell'oro e l'argento dal sistema monetario. Oro e argento non si possono creare a piacimento per rimborsare i depositanti in coda allo sportello. In Europa la rimozione è avvenuta nella sostanza alla vigilia della prima guerra mondiale. Non ci sarebbero potute essere due guerre mondiali senza la confisca inflazionistica. La gente semplicemente si sarebbe ribellata all’enorme prelievo fiscale indispensabile per sostenere le spese belliche.
L'America confiscò l'oro ai propri cittadini nel 1933. Ancora oggi si racconta la favola che l’oro venne rimosso dal sistema monetario perché aveva causato la depressione americana e impediva la crescita economica. E’ una favola alla quale sembra credere anche il banchiere centrale americano, Ben Bernanke, e alla quale credono 99 economisti su 100. In realtà lo avevano rimosso semplicemente perché impediva la confisca inflazionistica su larga scala. Quella che ha reso possibile il Leviatano, l'imperialismo, la crescita sempre più fragile e insostenibile basata non sul risparmio ma sui consumi e il credito creato dal nulla.
Nel mio settore quei pochi che hanno capito la vera relazione causa effetto oramai dicono: non fu il crash del 29 a causare la grande depressione, fu la grande depressione a causare il crash azionario. Analogamente possiamo dire: non fu il gold standard a causare la grande depressione, fu il tentativo di scavalcare il sistema aureo, per creare prosperità grazie alla carta moneta e il credito creato dal nulla, a causare la grande depressione,
L'abuso monetario su scala globale è prossimo a compiere i 100 anni. I primi trentacinque sono stati spesi confiscando l’oro ai cittadini e facendo 100 milioni di morti. I secondi trentacinque sono stati spesi togliendo del tutto l’oro dal sistema monetario, creando quell'inflazione monetaria che ha portato alla destabilizzazione monetaria più tremenda degli ultimi 200 anni, seguita poi dalla crescita dei prezzi a due cifre degli anni settanta. Quella crisi portò il sistema monetario sull’orlo del collasso nel 1980. Fu salvato sul filo del rasoio. La crisi aveva morso nelle tasche della gente, mentre l’aumento dei prezzi aveva ripulito il sistema da gran parte del debito accumulato.
Negli ultimi trent’anni, grazie a un sistema monetario totalmente cartaceo, si è alimentata una crescita drogata, quasi folle, stimolata a colpi sempre più forti di debito e consumi. Il debito accumulato è enorme. Su di esso le banche hanno edificato una montagna di titoli derivati pari a qualcosa come 15-20 volte il PIL mondiale. Consumare per stimolare l'economia è diventato il dogma dei sedicenti economisti. Hanno messo il carro davanti ai buoi. Invece, la crescita economica, l’aumento di prosperità, di benessere, da che mondo è mondo, sono conseguenza del risparmio, dell’accumulo di capitale, dell’investimento. L’aumento dei consumi rappresenta il godimento finale della ricchezza così generata.
La crisi del 2008 è a mio avviso appena l'antipasto, la prima dura palese manifestazione che qualcosa non va. Dal 1980 erano già emerse diverse crisi, ma qua siamo giunti al segnale definitivo che davvero qualcosa si è rotto. Tuttavia ancora nessuno vuole capire. Tutto continua ad essere male analizzato, le bolle che si alternano una via l’altra, internet prima, quella immobiliare dopo, la globalizzazione, la disoccupazione, la crisi bancaria. In realtà sono tutti sintomi di questo gran problema di fondo che ha al centro la gestione centralizzata e monopolistica del denaro.
Il problema, in tutta la sua gravità, è dovuto al fatto che, accanto allo svilimento del denaro come mezzo di confisca, i nostri governanti si sono appropriati del denaro per gestire il sistema economico. Si fa oramai da troppi anni quello che si faceva in Russia: provare a gestire l’economia grazie alle decisioni centralizzate del pianificatore illuminato. La fatale arroganza, la chiamò Hayek.
Se in Russia era il soviet supremo, qua sono le banche centrali che fissano i tassi di interesse a livelli sempre più bassi, iniettando e stampando denaro per tamponare i disastri creati dalle loro politiche monetarie accomodanti. Oramai intervengono quotidianamente, sono il peggior speculatore che si muove e opera sui mercati finanziari, Sotto la pretesa di dare stabilità, creano le armi e la potenza di fuoco che presto o tardi torna indietro come un boomerang a creare ancora maggiore instabilità. Con le loro politiche monetarie cercano costantemente di impedire che la crisi faccia il suo lavoro e segua il suo corso, riaggiustando gli squilibri della struttura produttiva causati dalla precedente espansione creditizia.
Lo si denunci senza paura: il denaro che oggi usiamo è figlio della falsificazione, della contraffazione, della frode. Ha perso ogni riferimento a qualunque bene reale. Sono numeri stampati a piacere dalla banca centrale, in misura esponenzialmente crescente per sostenere quotazioni di borsa, titoli di stato, tassi di cambio, e per tenere in vita una struttura produttiva sempre più distorta.
Sono tanti i motivi per cui ancora non abbiamo subito, se non in minima parte, le disastrose conseguenze di questa manipolazione monetaria che si risolverà inevitabilmente nella più massiccia confisca inflazionistica di tutti i tempi, accompagnata dalla più grande bancarotta della storia.
Da esperto dei mercati finanziari vi posso dire che i prezzi degli asset finanziari, i più importanti di tutti in quanto vera bussola e guida delle decisioni che orientano l'allocazione del capitale e del risparmio, non hanno più alcun senso. Sono frutto di interventismo e manipolazione. A cascata, le distorsioni riguardano tassi di interesse, obbligazioni, titoli azionari, tassi di cambio, materie prime. I mercati finanziari sono ridotti a un circo dell’assurdo, che presto o tardi sarà sconvolto da uno shock di prezzo, che farà precipitare l’economia in un caos di prezzi, al quale seguirà il caos economico e contestualmente la grande confisca.
Ne ho prese tante, spero di sbagliarmi in questa ultima previsione. però vi raccomando di approfondire la questione monetaria, cercate di imparare qualche nozione base di economia. Cercate di capire cosa è il denaro. E’ proprio questo il titolo del libro al quale sto lavorando e che dovrebbe uscire entro fine anno. Quello che può fare il fisco al confronto del banchiere centrale non è nulla. Quando infine entrambi saranno impotenti, mobiliteranno gli eserciti e le armi, come hanno sempre fatto. Ricordatevi sempre questo detto: quando il denaro muore, muore la gente. E’ questo che a me personalmente fa più paura.
La nostra civiltà non può permettersi un ritorno alla barbarie, al conflitto della guerra, eppure è in questa direzione che stiamo andando, lo vediamo nei fenomeni sempre più ampi di acrimonia sociale, di odio interrazziale, di tensioni geopolitiche mondiali. Tutto per la presunzione di poter gestire il sistema economico facendo leva sul denaro creato dal nulla. L'economia di libero mercato sviluppata dalla Scuola Austriaca di Economia riesce a interpretare e spiegare tutto questo con una limpidezza e una chiarezza incredibili, oserei dire affascinanti. Il problema monetario è ben chiaro sin dal 1912 quando Mises scrisse la teoria della moneta e del credito, poi perfezionata in l'Azione Umana del 1949. Gli economisti lo ignorano.
Tutti ben accomodati alla corte del Leviatano e della Banca Centrale, hanno preferito commettere una vergogosa frode intellettuale. Da decenni vendono l’idea che l'economia sia qualcosa da gestire dall’alto. L’hanno trasformata in qualcosa di astruso che tratta di numeri incomprensibili, formule, equazioni, statistiche. No signori, l'economia parla della gente, dell'azione umana. L'economia del libero mercato, secondo l’approccio della Scuola Austriaca, spiega bene come sia possibile quel meraviglioso processo di cooperazione sociale che tanta ricchezza ha creato negli ultimi 200 anni, nonostante i danni e le distorsioni create dall’intervento statale e della banca centrale.
E mi dispiace dover annoverare tra questi economisti, e qua vado a chiudere, anche tanti impostori che si spacciano per economisti del libero mercato e per difensori delle libertà economiche. Sergio Ricossa, economista italiano, ha detto: “la libertà è la più stuprata delle donne ed il suo stupro il più impunito dei delitti, riferendola anche alla libertà economica. Il dominio dello stato sul denaro e la moneta è garanzia di confisca futura di altra ricchezza, di dominio progressivo e crescente sulle nostre vite. Dopo questa crisi, è pertanto giunta l’ora di tirare giù la maschera.
C’è un criterio molto semplice per discriminare tra chi sta cercando di aprire gli occhi, chi sta spingendo nella direzione giusta verso le riforme necessarie (non ne abbiamo vista una da quando è cominciata la crisi) e chi invece tende a perpetuare questo sistema basato sulla confisca e la pianificazione centralizzata, e continua a imbrigliarci, sia nella teoria che nella pratica, sotto il giogo del mostro a due teste. Il criterio si fonda sulla risposta data a questa domanda:
Cosa ha a che fare, con il libero mercato, il denaro a corso forzoso piuttosto che una banca centrale autorizzata a regolare centralmente la massa monetaria e a fissare per decreto il tasso più importante di tutto il mercato??
Se la risposta è “nulla! in bisogna fare qualcosa” allora siete di fronte a una persona che ha capito il problema. Se la risposta va invece nella direzione di “, mah, bah, però, il denaro è un bene speciale, lo stato deve….” siete di fronte o a uno statalista o a un economista schizofrenico.
Il denaro è sì speciale, perché è il bene economico più importante di tutti, è l'istituzione sociale più importante di tutte, ma appartiene al mercato, appartiene alla gente. Esso è evoluto spontaneamente nel mercato, la sua sovranità originale non ha natura statale, è del mercato. La libertà parte dalla libertà della gente di possedere il denaro, Oggi non possediamo il denaro, non è nostro, non possiamo neanche più utilizzarlo per fare transazioni in contante sopra i 5000 euro. Il valore del denaro, non emana dall’autorità statale, ma parte dal legame tra il denaro come mezzo di scambio e una merce reale. L’illusione totale nella quale siamo caduti negli ultimi trenta anni sta arrivando al termine.
ll sistema fiat, cioè basato sul potere monopolistico di creare denaro dal nulla, ha 100 anni ed è decrepito. La salita dell’oro ci sta dicendo questo. Se non si riformerà quanto prima il sistema monetario nella direzione giusta, possiamo dire addio alla prosperità di cui abbiamo goduto in queste ultime due decadi. Rischiamo un ritorno alla barbarie. Dopo la caduta dell'impero romano servirono 1000 anni per tornare alla prosperità di quei tempi.
Per garantire la continuità del processo pacifico di cooperazione sociale, è necessario, coerentemente alle esigenze di un libero mercato che:
- le banche centrali, cioè il pianificatore centrale del sistema monetario, vengano abolite;
- il danaro venga liberalizzato e restituito al mercato
- tutti operino secondo i principi generali del diritto, secondo i quali creare denaro dal nulla è contraffazione sia nel caso che a falsificare il denaro sia un privato che un operatore istituzionale.
Anche tassare va contro ai principi generali del diritto, tassare significa confiscare, estorcere, rubare, tuttavia finché viviamo in questa forma sociale del grande stato nazionale, a mio avviso ancora rozza e primitiva, tutto ciò che possiamo fare è provare a protestare come stiamo facendo qua.
Ma altrettanto se non più importante è cominciare a protestare per riappropriarci dei nostri soldi, perché statene certi, come è certo che si muore, senza denaro fiat, cioè creato dal nulla, abbiamo solo da guadagnarci tutti quanti, enormemente,
Senza denaro fiat il Leviatano parassita si restringe automaticamente su dimensioni più consone alle esigenze reali del cittadino, e si abbassa di necessità a un livello più vicino e diretto con ciascuna particolarità territoriale, le sue tradizioni, la sua cultura.
Con il denaro fiat, invece, aspettatevi, dopo l'antipasto della crisi 2008, il primo piatto, la seconda portata, e sperate di arrivare al caffè, perché, come detto sopra, quando il denaro muore, muore anche la gente."
sabato 18 settembre 2010
lunedì 2 agosto 2010
STRESS TEST!!!
Ecco il vero stress test, tutto il resto serve solo per fare salire il mercato azionario.
dal sito di Benetazzo
dal sito di Benetazzo
domenica 1 agosto 2010
W il Quantitative Easing
Riporto la conclusione dell'ultimo articolo di Dough Noland "Quantitative Easing Two" :
"Quando leggo (e ascolto) tali commenti dei nostri primari banchieri centrali posso solo grattarmi la testa e riflettere sul loro grado di conoscenza della storia economica e finanziaria, incluse le recenti crisi finanziarie. Nel paper del dr. Bullard (membro della FED di cui sta commentando le dichiarazioni) si afferma che la situazione difficile di bassa crescita del Giaapone è il peggiore scenario che possa verificarsi all'economia americana. E' più probabilmente lo scenario migliore.
Mi trovo sempre più frustrato dal continuo dibattito inflazione contro deflazione. Con gi attuali bassi livelli di crescita dei prezzi al consumo, coloro che sostengono che le forze deflazionistiche sono il primario rischio del sistema dominano il dialogo politico. Molti altri tendono a essere inflazionisti. Molti altri ancora chiedono ulteriori stimoli e vedono pochi rischi in queste politiche.
Io vedo rischi del tutto differenti. Siamo in una fase avanzata di una multidecennale storica bolla del credito. Il più grande rischio a questo punto e che una massiccia emissione di credito governativo non produttivo fomenti una crisi di fiducia al cuore del sistema monetario. La principale priorità deve essere di assicurare che questo devastante risultato sia evitato anche con significativi ed inevitabili costi. E' imperativo che noi come nazione arriviamo a riconoscere che dovremo sopportare sofferenze economiche e finanziarie per proteggere la vitalità a lungo termine del nostro sistema monetario. Il tasso d'inflazione non è il fattore chiave. Gli sforzi per cercare di inflazionare come via d'uscita dai problemi strutturali è una causa persa. Dobbiamo invece muoverci con tutte le forze per imbrigliare il deficit ed evitare ulteriore monetizzazione del debito al fine di proteggere la solidità del nostro denaro e del credito. L'alternativa è un crash finanziario.
Molto spiacevolmente, i policymaking di Washington (fiscali e monetari) sono su una traiettoria che inevitabilmente distrugge la credibilità del vasto debito della nostra nazione. Con un infausto parallelo con la bolla finanziaria dei mutui/Wall Street, la politica della FED ha favorrito le dinamiche di bolla nei Treasury e nel mercato del debito in generale. Invece di lasciare che le dinamiche del mercato lavorino per disciplinare l'espansione dissoluta del debito di Washington, gli interventi della Federal Reserve assicurano che un mercato distorto riesca ad assorbire i pericolosi eccessi di credito. I nostri banchieri centrali dovrebbero fare attenzione agli avvertimenti di Trichet. Ulteriore quantitative easing gonfierà ulteriormente la bolla e il rischio di calamità"
"Quando leggo (e ascolto) tali commenti dei nostri primari banchieri centrali posso solo grattarmi la testa e riflettere sul loro grado di conoscenza della storia economica e finanziaria, incluse le recenti crisi finanziarie. Nel paper del dr. Bullard (membro della FED di cui sta commentando le dichiarazioni) si afferma che la situazione difficile di bassa crescita del Giaapone è il peggiore scenario che possa verificarsi all'economia americana. E' più probabilmente lo scenario migliore.
Mi trovo sempre più frustrato dal continuo dibattito inflazione contro deflazione. Con gi attuali bassi livelli di crescita dei prezzi al consumo, coloro che sostengono che le forze deflazionistiche sono il primario rischio del sistema dominano il dialogo politico. Molti altri tendono a essere inflazionisti. Molti altri ancora chiedono ulteriori stimoli e vedono pochi rischi in queste politiche.
Io vedo rischi del tutto differenti. Siamo in una fase avanzata di una multidecennale storica bolla del credito. Il più grande rischio a questo punto e che una massiccia emissione di credito governativo non produttivo fomenti una crisi di fiducia al cuore del sistema monetario. La principale priorità deve essere di assicurare che questo devastante risultato sia evitato anche con significativi ed inevitabili costi. E' imperativo che noi come nazione arriviamo a riconoscere che dovremo sopportare sofferenze economiche e finanziarie per proteggere la vitalità a lungo termine del nostro sistema monetario. Il tasso d'inflazione non è il fattore chiave. Gli sforzi per cercare di inflazionare come via d'uscita dai problemi strutturali è una causa persa. Dobbiamo invece muoverci con tutte le forze per imbrigliare il deficit ed evitare ulteriore monetizzazione del debito al fine di proteggere la solidità del nostro denaro e del credito. L'alternativa è un crash finanziario.
Molto spiacevolmente, i policymaking di Washington (fiscali e monetari) sono su una traiettoria che inevitabilmente distrugge la credibilità del vasto debito della nostra nazione. Con un infausto parallelo con la bolla finanziaria dei mutui/Wall Street, la politica della FED ha favorrito le dinamiche di bolla nei Treasury e nel mercato del debito in generale. Invece di lasciare che le dinamiche del mercato lavorino per disciplinare l'espansione dissoluta del debito di Washington, gli interventi della Federal Reserve assicurano che un mercato distorto riesca ad assorbire i pericolosi eccessi di credito. I nostri banchieri centrali dovrebbero fare attenzione agli avvertimenti di Trichet. Ulteriore quantitative easing gonfierà ulteriormente la bolla e il rischio di calamità"
venerdì 2 luglio 2010
Lotta tra nani
ovvero la gara a chi è la valuta più debole.
La forza del dollaro è infatti venuta meno ieri pomeriggio e si prospetta un rimbalzo dell'euro fino all'area 1.29/1.30 a fare il pullback sull'enorme figura di testa e spalla ribassista sul grafico mensile. C'è però un problema su questa figura di lungo periodo e cioè che lo stesso pattern sul dollar index (cioè del dollaro contro le principali valute) non è stato completato quind aspetterei il completamento di questa per dare l'euro soccombente al dollaro.
Lasciando perdere l'analisi tecnica ritengo che come scritto nel titolo i rapporti di forza tra le valute siano sempre più determinati da come i pupari del mercato vogliano che si muovano piuttosto che dai fondamentali macroeconomici che sono pessimi per le 4 principali valute euro, sterlina, yen, e dollaro. Se fossero aziende gli stati di queste valute avrebbero portato i libri in tribunale già da tempo sopravvivono perché la maggior parte delle persone non prende neanche in considerazione che lo stato in cui vive possa fallire e così il matrix funziona.
A proposito di debiti pubblici Mises nell'Azione umana , la Bibbia dell'economia a mio parere, già nel 1949 scriveva
"... Ciò che il governo pagava come interesse era meno di quanto offriva il mercato. Ma questa differenza era largamente compensata dalla indubbia solvibilità del debitore, lo Stato il cui reddito non dipendeva dalla soddisfazione del pubblico, ma dall'esazione delle tasse.
Ad onta delle spiacevoli conseguenze coi debiti pubblici dei tempi andati, la gente era pronta a prestare fede spontaneamente nello stato modernizzato del XIX secolo. In generale si supponeva che questo nuovo stato avrebbe scrupolosamente osservato le obbligazioni volontariamente contratte. Capitalisti e imprenditori erano pienamente consci del fatto che nella società di mercato non vi sono i mezzi per preservare la ricchezza acquisita, se non rimettendola in discussione ogni giorno in tenace competizione con tutti.... L'imprenditore, invecchiato e stanco, e non più preparato a rischiare la ricchezza faticosamente guadagnata con nuovi tentativi di soddisfare i bisogni dei consumatori, preferiva investire in prestiti del debito pubblico che riteneva indenni dalla legge del mercato.
Ora il debito pubblico perpetuo e irredimibile presuppone la stabilità del potere d'acquisto. Sebbene lo Stato e la sua coercizione possano essere eterni, l'interesse pagato sul debito pubblico potrebbe essere eterno soltanto se basato su una misura di valore immutabile. In questa forma, l'investitore.....è messo di fronte al problema della mutabilità di tutte le cose umane. Scopre che nell'ambito di una società di mercato non vi è posto per una ricchezza indipendente dal mercato. I suoi sforzi di trovare una fonte inesauribile di reddito falliscono.
In questo mondo non vi è ne stabilità ne sicurezza, e nessuno sforzo umano è capace di produrle. ........Lo Stato è, naturalmente, in condizione di esigere pagamenti dai sudditi e di prestare fondi. Tuttavia, anche il governo più spregiudicato nel lungo andare non è capace di sfidare le leggi che determinano l'azione e la vita umana. Se il governo investe la somma prestata nei modi che servono meglio i bisogni dei consumatori, e riesce in queste attività imprenditoriali in concorrenza libera e uguale con i privati imprenditori, è nella condizione di un qualsiasi commerciante e può pagare gli interessi perché dispone di eccedenze. Ma se investe il denaro in modo svantaggioso, o se investe il denaro nelle spese correnti, i prestatori di capitale diminuiscono o scompariranno completamente e non rimane altra fonte per rimborsare l'interesse e il capitale. La tassazione è l'unico mezzo disponibile per fare fronte al contratto di credito. Esigendo tasse per tali pagamenti il governo rende i cittadini responsabili del denaro scialato nel passato. Le tasse pagate non sono compensate da nessun servizio presente reso dall'apparato governativo. Il governo paga interessi sul capitale consumato. La tesoreria è onerata dai risultati sfortunati delle politiche passate. ...............
... Il credito a lungo termine, pubblico e semipubblico, è un elemento estraneo e disturbante nella struttura della società di mercato. La sua istituzione fu un futile tentativo di andare oltre i limiti dell'azione umana e di creare un'orbita di sicurezza e di eternità, lontana dalla transitorietà e instabilità delle cose terrene. Che arrogante presunzione prendere e dare a prestito moneta per sempre, far contratti per l'eternità e impegnarsi per tutti i tempi a venire! ...... Nell'auge del liberalismo, talune nazioni occidentali estinsero realmente parte dei loro debiti a lunga scadenza attraverso un onesto rimborso, ma per lo più nuovi debiti erano semplicemente aggiunti ai vecchi.
La storia finanziaria dell'ultimo secolo mostra una continua ascesa dell'indebitamento pubblico. Nessuno crede che gli Stati vorranno trascinare eternamente l'onere di questi pagamenti di interessi. E' ovvio che, presto o tardi tutti questi debiti saranno liquidati in un modo o nell'altro, ma certamente non con il pagamento dell'interesse e del capitale, conformemente con i termini del contratto.
Una massa di scrittori sofisticati è già affacendata ad elaborare palliativi morali per il giorno di questa affermazione finale. ( La più popolare di queste dottrine è cristallizzata nella frase: Il debito pubblico non è un gravame perché lo dobbiamo a noi stessi. Se questo fosse vero, la completa cancellazione del debito pubblico sarebbe un'operazione innocua, un puro atto contabile. Il fatto è che il debito pubblico racchiude le pretese della gente che in passato ha conferito fondi al governo contro tutti coloro che giornalmente producono ricchezza. Esso grava gli strati produttivi a vantaggio di un'altra parte del popolo. E' possibile liberare i produttori di nuova ricchezza da questo onere riscuotendo le tasse necessarie al pagament esclusivamente dai portatori di prestiti. ma questo significa aperta ripudiazione)"
Questo è ciò che scrive Mises a proposito dei debiti pubblici. Sembra scritto ieri e calza perfettamente soprattutto con l'Italia. Inoltre, secondo me, vale più di qualsiasi studio prodotto dai megagalattici uffici studi che come osserva Francesco Carbone di Usemlab.com si limitano ad analizzare le foglie ad una ad una ma perdono di vista la foresta che sta andando a fuoco.
P.S L'azione umana di Mises in italiano in libreria non esiste c'è solo una versione fotocopiata in pdf che circola su internet scaricabile nei link consigliati
La forza del dollaro è infatti venuta meno ieri pomeriggio e si prospetta un rimbalzo dell'euro fino all'area 1.29/1.30 a fare il pullback sull'enorme figura di testa e spalla ribassista sul grafico mensile. C'è però un problema su questa figura di lungo periodo e cioè che lo stesso pattern sul dollar index (cioè del dollaro contro le principali valute) non è stato completato quind aspetterei il completamento di questa per dare l'euro soccombente al dollaro.
Lasciando perdere l'analisi tecnica ritengo che come scritto nel titolo i rapporti di forza tra le valute siano sempre più determinati da come i pupari del mercato vogliano che si muovano piuttosto che dai fondamentali macroeconomici che sono pessimi per le 4 principali valute euro, sterlina, yen, e dollaro. Se fossero aziende gli stati di queste valute avrebbero portato i libri in tribunale già da tempo sopravvivono perché la maggior parte delle persone non prende neanche in considerazione che lo stato in cui vive possa fallire e così il matrix funziona.
A proposito di debiti pubblici Mises nell'Azione umana , la Bibbia dell'economia a mio parere, già nel 1949 scriveva
"... Ciò che il governo pagava come interesse era meno di quanto offriva il mercato. Ma questa differenza era largamente compensata dalla indubbia solvibilità del debitore, lo Stato il cui reddito non dipendeva dalla soddisfazione del pubblico, ma dall'esazione delle tasse.
Ad onta delle spiacevoli conseguenze coi debiti pubblici dei tempi andati, la gente era pronta a prestare fede spontaneamente nello stato modernizzato del XIX secolo. In generale si supponeva che questo nuovo stato avrebbe scrupolosamente osservato le obbligazioni volontariamente contratte. Capitalisti e imprenditori erano pienamente consci del fatto che nella società di mercato non vi sono i mezzi per preservare la ricchezza acquisita, se non rimettendola in discussione ogni giorno in tenace competizione con tutti.... L'imprenditore, invecchiato e stanco, e non più preparato a rischiare la ricchezza faticosamente guadagnata con nuovi tentativi di soddisfare i bisogni dei consumatori, preferiva investire in prestiti del debito pubblico che riteneva indenni dalla legge del mercato.
Ora il debito pubblico perpetuo e irredimibile presuppone la stabilità del potere d'acquisto. Sebbene lo Stato e la sua coercizione possano essere eterni, l'interesse pagato sul debito pubblico potrebbe essere eterno soltanto se basato su una misura di valore immutabile. In questa forma, l'investitore.....è messo di fronte al problema della mutabilità di tutte le cose umane. Scopre che nell'ambito di una società di mercato non vi è posto per una ricchezza indipendente dal mercato. I suoi sforzi di trovare una fonte inesauribile di reddito falliscono.
In questo mondo non vi è ne stabilità ne sicurezza, e nessuno sforzo umano è capace di produrle. ........Lo Stato è, naturalmente, in condizione di esigere pagamenti dai sudditi e di prestare fondi. Tuttavia, anche il governo più spregiudicato nel lungo andare non è capace di sfidare le leggi che determinano l'azione e la vita umana. Se il governo investe la somma prestata nei modi che servono meglio i bisogni dei consumatori, e riesce in queste attività imprenditoriali in concorrenza libera e uguale con i privati imprenditori, è nella condizione di un qualsiasi commerciante e può pagare gli interessi perché dispone di eccedenze. Ma se investe il denaro in modo svantaggioso, o se investe il denaro nelle spese correnti, i prestatori di capitale diminuiscono o scompariranno completamente e non rimane altra fonte per rimborsare l'interesse e il capitale. La tassazione è l'unico mezzo disponibile per fare fronte al contratto di credito. Esigendo tasse per tali pagamenti il governo rende i cittadini responsabili del denaro scialato nel passato. Le tasse pagate non sono compensate da nessun servizio presente reso dall'apparato governativo. Il governo paga interessi sul capitale consumato. La tesoreria è onerata dai risultati sfortunati delle politiche passate. ...............
... Il credito a lungo termine, pubblico e semipubblico, è un elemento estraneo e disturbante nella struttura della società di mercato. La sua istituzione fu un futile tentativo di andare oltre i limiti dell'azione umana e di creare un'orbita di sicurezza e di eternità, lontana dalla transitorietà e instabilità delle cose terrene. Che arrogante presunzione prendere e dare a prestito moneta per sempre, far contratti per l'eternità e impegnarsi per tutti i tempi a venire! ...... Nell'auge del liberalismo, talune nazioni occidentali estinsero realmente parte dei loro debiti a lunga scadenza attraverso un onesto rimborso, ma per lo più nuovi debiti erano semplicemente aggiunti ai vecchi.
La storia finanziaria dell'ultimo secolo mostra una continua ascesa dell'indebitamento pubblico. Nessuno crede che gli Stati vorranno trascinare eternamente l'onere di questi pagamenti di interessi. E' ovvio che, presto o tardi tutti questi debiti saranno liquidati in un modo o nell'altro, ma certamente non con il pagamento dell'interesse e del capitale, conformemente con i termini del contratto.
Una massa di scrittori sofisticati è già affacendata ad elaborare palliativi morali per il giorno di questa affermazione finale. ( La più popolare di queste dottrine è cristallizzata nella frase: Il debito pubblico non è un gravame perché lo dobbiamo a noi stessi. Se questo fosse vero, la completa cancellazione del debito pubblico sarebbe un'operazione innocua, un puro atto contabile. Il fatto è che il debito pubblico racchiude le pretese della gente che in passato ha conferito fondi al governo contro tutti coloro che giornalmente producono ricchezza. Esso grava gli strati produttivi a vantaggio di un'altra parte del popolo. E' possibile liberare i produttori di nuova ricchezza da questo onere riscuotendo le tasse necessarie al pagament esclusivamente dai portatori di prestiti. ma questo significa aperta ripudiazione)"
Questo è ciò che scrive Mises a proposito dei debiti pubblici. Sembra scritto ieri e calza perfettamente soprattutto con l'Italia. Inoltre, secondo me, vale più di qualsiasi studio prodotto dai megagalattici uffici studi che come osserva Francesco Carbone di Usemlab.com si limitano ad analizzare le foglie ad una ad una ma perdono di vista la foresta che sta andando a fuoco.
P.S L'azione umana di Mises in italiano in libreria non esiste c'è solo una versione fotocopiata in pdf che circola su internet scaricabile nei link consigliati
martedì 29 giugno 2010
Come funziona la Federal Reseve
Questo video anche se risalente a 2 anni fa, scovato in rete nel blog Ashoka's corner (dove peraltro c'è anche un ottimo post "Come si genera una crisi finanziaria") tradotto in italiano da www.luogocomune.net spiega molto bene come si è passati da un sistema monetario gold standard ad un sistema monetario completamente "fiat money" ossia di moneta creata dal nulla.
In particolare viene evidenziato come storicamente gli stati quando spendono troppo, specialmente quando si tratta di finanziare una guerra, abbandonano il gold standard ed inflazionano la moneta.
Questa operazione non è però neutra per i cittadini, infatti come ben spiega Lew Rockwell nel video: "Quando spendono i loro soldi, coloro che hanno ricevuto questa moneta per primi sono in grado di acquistare dei prodotti con essa e quindi ne beneficiano, mentre chi la riceve per ultimo ci perde perché quando va a spenderla i prezzi sono già saliti ed egli può quindi comprare di meno. In pratica c'è un trasferimento di ricchezza e potere da alcuni segmenti dell'economia ad altri causato dalle azioni della banca centrale e chi ci guadagna alla fine è il governo stesso, le grandi banche, gli appaltatori pubblici e tutti coloro i quali lavorano a stretto contatto col governo federale. E' per questo motivo che quando iniettano moneta nel sistema non arriva direttamente sul nostro conto corrente ma viene data solo ad alcuni soggetti particolari , ad esempio sotto-forma di incentivi alla rottamazione, e solo dopo molti passaggi arriva nel nostro portafogli quando oramai i prezzi e la distribuzione di ricchezza reale si sono modificati.
Come dice il prof Huerta de Soto nel suo corso universitario "perchè non duplicano il saldo di conto corrente di tutti? Perchè non otterrebbero nessun effetto o meglio l'unico effetto sarebbe che il potere d'acquisto della moneta si dimezzerebbe sia per i ricchi che per i poveri (Lezione del 22 dic 2009 al min 78 circa tradotta da http://www.usemlab.com quando lancia i soldi in classe simulando il lanci dall'elicottero) e la prova che non otterrebbero nessun effetto è che questo metodo non lo applicano. Quindi chi chiede di aumentare la quantità di denaro nel sistema in realtà fa parte di quelli che approfitteranno della nuova quantità emessa. Si chiede sempre più denaro per il bene comune, ma in realtà chi appoggia questi discorsi fa parte di quei soggetti economici che beneficeranno dell’aumento di denaro. Spesso si tratta proprio dei primi soggetti ad essere sovvenzionati dal denaro pubblico.
Giusto per gradire:
CRISI: NOYER,DA BCE LIQUIDITA' PER SCADENZA PRESTITO 442 MLD
(ANSA-REUTERS) - PARIGI, 29 GIU - La Bce fara' tutto il
necessario per garantire che la scadenza del finanziamento a 12
mesi da 442 miliardi di euro questa settimana venga superata
senza problemi.
Lo ha detto Christian Noyer, membro del consiglio direttivo
della Bce.
''La Bce e l'eurosistema faranno cio' che e' necessario per
assicurare la liquidita''' ha detto Noyer alla radio Europe 1.
Le banche francesi - ha detto - non dovrebbero avere problemi
nel rifinanziare il prestito, ma ha aggiunto che alcune altre
banche potrebbero 'soffrirne'. ''Noi faremo in modo che non ci
siano problemi e che tutto vada bene'' ha concluso.
La Bce ha in programma per domani un'operazione a 3 mesi cui
seguira' un'asta straordinaria a 6 giorni il primo luglio,
giorno in cui giunge a scadenza la maxi-operazione di
rifinanziamento ad 1 anno da 442 miliardi di euro che la Bce
effettuo' a giugno 2009 per sbloccare il mercato del credito.
(ANSA).
[CRISI] [R] [ECO]
442 MILIARDI di euro mica bruscolini!!!!
In particolare viene evidenziato come storicamente gli stati quando spendono troppo, specialmente quando si tratta di finanziare una guerra, abbandonano il gold standard ed inflazionano la moneta.
Questa operazione non è però neutra per i cittadini, infatti come ben spiega Lew Rockwell nel video: "Quando spendono i loro soldi, coloro che hanno ricevuto questa moneta per primi sono in grado di acquistare dei prodotti con essa e quindi ne beneficiano, mentre chi la riceve per ultimo ci perde perché quando va a spenderla i prezzi sono già saliti ed egli può quindi comprare di meno. In pratica c'è un trasferimento di ricchezza e potere da alcuni segmenti dell'economia ad altri causato dalle azioni della banca centrale e chi ci guadagna alla fine è il governo stesso, le grandi banche, gli appaltatori pubblici e tutti coloro i quali lavorano a stretto contatto col governo federale. E' per questo motivo che quando iniettano moneta nel sistema non arriva direttamente sul nostro conto corrente ma viene data solo ad alcuni soggetti particolari , ad esempio sotto-forma di incentivi alla rottamazione, e solo dopo molti passaggi arriva nel nostro portafogli quando oramai i prezzi e la distribuzione di ricchezza reale si sono modificati.
Come dice il prof Huerta de Soto nel suo corso universitario "perchè non duplicano il saldo di conto corrente di tutti? Perchè non otterrebbero nessun effetto o meglio l'unico effetto sarebbe che il potere d'acquisto della moneta si dimezzerebbe sia per i ricchi che per i poveri (Lezione del 22 dic 2009 al min 78 circa tradotta da http://www.usemlab.com quando lancia i soldi in classe simulando il lanci dall'elicottero) e la prova che non otterrebbero nessun effetto è che questo metodo non lo applicano. Quindi chi chiede di aumentare la quantità di denaro nel sistema in realtà fa parte di quelli che approfitteranno della nuova quantità emessa. Si chiede sempre più denaro per il bene comune, ma in realtà chi appoggia questi discorsi fa parte di quei soggetti economici che beneficeranno dell’aumento di denaro. Spesso si tratta proprio dei primi soggetti ad essere sovvenzionati dal denaro pubblico.
Giusto per gradire:
CRISI: NOYER,DA BCE LIQUIDITA' PER SCADENZA PRESTITO 442 MLD
(ANSA-REUTERS) - PARIGI, 29 GIU - La Bce fara' tutto il
necessario per garantire che la scadenza del finanziamento a 12
mesi da 442 miliardi di euro questa settimana venga superata
senza problemi.
Lo ha detto Christian Noyer, membro del consiglio direttivo
della Bce.
''La Bce e l'eurosistema faranno cio' che e' necessario per
assicurare la liquidita''' ha detto Noyer alla radio Europe 1.
Le banche francesi - ha detto - non dovrebbero avere problemi
nel rifinanziare il prestito, ma ha aggiunto che alcune altre
banche potrebbero 'soffrirne'. ''Noi faremo in modo che non ci
siano problemi e che tutto vada bene'' ha concluso.
La Bce ha in programma per domani un'operazione a 3 mesi cui
seguira' un'asta straordinaria a 6 giorni il primo luglio,
giorno in cui giunge a scadenza la maxi-operazione di
rifinanziamento ad 1 anno da 442 miliardi di euro che la Bce
effettuo' a giugno 2009 per sbloccare il mercato del credito.
(ANSA).
[CRISI] [R] [ECO]
442 MILIARDI di euro mica bruscolini!!!!
mercoledì 23 giugno 2010
martedì 22 giugno 2010
Cina, grande punto interrogativo.
Interessante articolo di Andy Xie del 14 maggio a proposito della rivalutazione dello Yuan.
lunedì 21 giugno 2010
Solstizio d'estate
Oggi è solstizio d'estate (o meglio vista l'ora era): per chi segue l'analisi ciclica e l'analisi di Gann è un giorno di possibile inversione dei mercati. Sono due tipologie di analisi molto interessanti alle quali mi sto approcciando da troppo poco tempo per fare delle previsioni affidabili. Purtoppo trend di breve e di medio non coincidono: se si considera il trend di breve l'invesione dovrebbe essere al ribasso mentre considerando il trend di medio dovrebbe essere al rialzo. Vedremo se il mercato darà qualche indicazione.
domenica 20 giugno 2010
La lettera degli economisti
Alcuni economisti hanno scritto una lettera al governo che non è altro che 6 pagine di ghirigori per dire che bisogna fare un tassa patrimoniale e aumentare l'aliquota sulle rendite finanziarie al fine di mantenere lo stato sociale. Il solito tassa e spendi. Se poi si va sulla Home page del corriere cosa si trova? "Il Consiglio europeo: «Tassa sulle banche, paghi chi ha provocato la crisi» - La Merkel: «Bisogna tassare chi ha messo a rischio il mercato»." Come volevasi dimostrare nuove tasse.
Con questi politici e questi economisti "We are doomed, we are freaking doomed".
In ogni caso sul sito Usemlab si trovano tre articoli di critica a questa lettera, a mio avviso molto interessanti. Primo commento Qui o Qui
Secondo Commento Qui
Terzo Commento Qui
Con questi politici e questi economisti "We are doomed, we are freaking doomed".
In ogni caso sul sito Usemlab si trovano tre articoli di critica a questa lettera, a mio avviso molto interessanti. Primo commento Qui o Qui
Secondo Commento Qui
Terzo Commento Qui
giovedì 13 maggio 2010
Robin Hood non ha capito un mazza!!!!! (e sbaglia indirizzo)
Sul corriere on line di oggi: "CANNES—L’arciere di Sherwood approda sulla Croisette e se la ride il protagonista Russell Crowe/Robin Hood, in barba—la sua è ormai brizzolata, ha 46 anni — al lusso che lo circonda per l’inaugurazione del Festival di Cannes e ai suoi tappeti rossi: «Robin rubava ai ricchi per dare ai poveri, mentre oggi chi depreda banche e casseforti private e pubbliche lo fa per i ricchi. Di certo, se il mio personaggio potesse ritornare oggi a combattere, si armerebbe contro i broker di Wall Street e anche contro il preoccupante monopolio dei media, che nasconde molti guasti della nostra società».
http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2010/cannes/notizie/grassi-robin-hood-guerra-speculatori_2febaaf8-5e66-11df-91f2-00144f02aabe.shtml
Hahahaha!!! che trovata originale!
I media saranno anche manipolati ma non fanno altro che ripetere quello che sta dicendo lui dando la colpa di tutti i mali del mondo ai broker di Wall Sreet guardando il dito che indica la luna invece che la luna. Domanda: dato che sono il male del mondo perchè l'amico di Russel Hood tale Barak Obama l'anno scorso li ha salvati facendo pagare il conto ai poveri e forse salvando anche i compensi milionari di Russel Hood? Forse Russel Hood farebbe bene a cambiare indirizzo dove andare a combattere e rivolgersi al Tesoro americano e alla FED da dove hanno origine tutte le disfunzioni.
A parziale spiegazione di quanto sopra riporto il post che ho inviato ieri a Chicago Blog http://www.chicago-blog.it/2010/05/12/il-futuro-e-doro/#comments rispondendo ad un commento nel quale si sosteneva "Cio´che non viene mai considerato e´che dietro a tutta questa catena di intervento da parte delle banche centrali, banche commerciali ecc ecc c´e´del denaro vero, anche se “fiat money”, sino a quando circola e viene considerato denaro esso continua a penetrare la struttura di produzione reale, continua a scambiare e “consumare” beni reali. L´essenza del problema e´che questa scorta di beni reali viene consumata ogni giorno di piu´, presto arriveremo ad averla consumata tutta…allora non esistera´nessuna politica monetaria che tenga, siamo sempre di questo mondo e non riusciremo mai a sfuggire alla natura"
Risposta La mia opinione da “baluba della finanza” è che prima che venga consumata tutta la scorta di beni reali si avrà iperinflazione dovuta alla stretta relazione tra scarsità di un bene e prezzo dello stesso (tipo petrolio lo scorso anno). E’ indubbio inoltre che il denaro “fiat money” o denaro fiduciario sia considerato vero quando immesso nel mercato ma bisogna considerare che continuando immettere denaro creato dal nulla questo inesorabilmente perde valore. Non a caso gli economisti austriaci intendono per inflazione l’aumento della quantità di denaro immessa nel sistema e non l’aumento dei prezzi al consumo CPI di cui è un effetto. Banalizzando quando ero piccolo la figurina di Pizzaballa (mitico portiere) era introvabile. Chiunque l’avesse avuta poteva scambiarla supponiamo con altre 100 figurine. Se di colpo la Panini avesse stampato tantissimi Pizzaballa e ne avesse messa 1 in ciascuna bustina dopo poco tempo nessuno avrebbe più offerto 100 figurine come contropartita, ma sarebbe stata scambiata alla pari. Allo stesso modo stampando “fiat money” il denaro perde valore e di conseguenza prezzi aumentano. Le varie manipolazioni del nel paniere su cui si misura il CPI unite all’immenso aumento della produttività che ha portato l’industrializzazione della Cina ha fatto si che finora l’aumento dei prezzi si sia limitato ad azioni, immobili, petrolio, alcune materie prime di base, fertilizzanti, oro. Ovviamente la colpa è stata attribuita di volta in volta agli speculatori, ai commercianti e all’untore di turno. La vera colpa però dell’impoverimento collettivo è della macchinetta stampasoldi o meglio di chi la comanda sia di destra che di sinistra che riguardo a questo pari sono (Questi argomenti sono trattati ampiamente nel libro Inflazione Malattia Primaria di A. De Marchi).
Pietro64 (Balubaguru)
http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2010/cannes/notizie/grassi-robin-hood-guerra-speculatori_2febaaf8-5e66-11df-91f2-00144f02aabe.shtml
Hahahaha!!! che trovata originale!
I media saranno anche manipolati ma non fanno altro che ripetere quello che sta dicendo lui dando la colpa di tutti i mali del mondo ai broker di Wall Sreet guardando il dito che indica la luna invece che la luna. Domanda: dato che sono il male del mondo perchè l'amico di Russel Hood tale Barak Obama l'anno scorso li ha salvati facendo pagare il conto ai poveri e forse salvando anche i compensi milionari di Russel Hood? Forse Russel Hood farebbe bene a cambiare indirizzo dove andare a combattere e rivolgersi al Tesoro americano e alla FED da dove hanno origine tutte le disfunzioni.
A parziale spiegazione di quanto sopra riporto il post che ho inviato ieri a Chicago Blog http://www.chicago-blog.it/2010/05/12/il-futuro-e-doro/#comments rispondendo ad un commento nel quale si sosteneva "Cio´che non viene mai considerato e´che dietro a tutta questa catena di intervento da parte delle banche centrali, banche commerciali ecc ecc c´e´del denaro vero, anche se “fiat money”, sino a quando circola e viene considerato denaro esso continua a penetrare la struttura di produzione reale, continua a scambiare e “consumare” beni reali. L´essenza del problema e´che questa scorta di beni reali viene consumata ogni giorno di piu´, presto arriveremo ad averla consumata tutta…allora non esistera´nessuna politica monetaria che tenga, siamo sempre di questo mondo e non riusciremo mai a sfuggire alla natura"
Risposta La mia opinione da “baluba della finanza” è che prima che venga consumata tutta la scorta di beni reali si avrà iperinflazione dovuta alla stretta relazione tra scarsità di un bene e prezzo dello stesso (tipo petrolio lo scorso anno). E’ indubbio inoltre che il denaro “fiat money” o denaro fiduciario sia considerato vero quando immesso nel mercato ma bisogna considerare che continuando immettere denaro creato dal nulla questo inesorabilmente perde valore. Non a caso gli economisti austriaci intendono per inflazione l’aumento della quantità di denaro immessa nel sistema e non l’aumento dei prezzi al consumo CPI di cui è un effetto. Banalizzando quando ero piccolo la figurina di Pizzaballa (mitico portiere) era introvabile. Chiunque l’avesse avuta poteva scambiarla supponiamo con altre 100 figurine. Se di colpo la Panini avesse stampato tantissimi Pizzaballa e ne avesse messa 1 in ciascuna bustina dopo poco tempo nessuno avrebbe più offerto 100 figurine come contropartita, ma sarebbe stata scambiata alla pari. Allo stesso modo stampando “fiat money” il denaro perde valore e di conseguenza prezzi aumentano. Le varie manipolazioni del nel paniere su cui si misura il CPI unite all’immenso aumento della produttività che ha portato l’industrializzazione della Cina ha fatto si che finora l’aumento dei prezzi si sia limitato ad azioni, immobili, petrolio, alcune materie prime di base, fertilizzanti, oro. Ovviamente la colpa è stata attribuita di volta in volta agli speculatori, ai commercianti e all’untore di turno. La vera colpa però dell’impoverimento collettivo è della macchinetta stampasoldi o meglio di chi la comanda sia di destra che di sinistra che riguardo a questo pari sono (Questi argomenti sono trattati ampiamente nel libro Inflazione Malattia Primaria di A. De Marchi).
Pietro64 (Balubaguru)
mercoledì 12 maggio 2010
Sembra una magia - "Da dove vengono i soldi????"
Event: Joint Economic Committee Hearing
Date: 4/15/2010
Transcript
Ron Paul: Thank you, Madam Chairman. And welcome, Chairman Bernanke. I want to make a brief comment and then I want to ask you a question about the IMF. My brief comment is a comment about the answer you gave Mr. Brady about monetizing debt. Because you balance sheet remains relatively stable with treasury bills, it doesn’t mean the Fed can’t monetize debt.
You mentioned in your statement that you bought mortgage-backed securities and agency debt, and that’s over $1.3 trillion. Well, where did you get the money? You created this money. So you did monetize debt, and that went into the banking system. The banking system can buy treasury bills and they can borrow money at 0% and that’s why they’re making a lot of money right now because they can buy other debt and make little bit more.
And it looks like magic, except for the people who’re losing their mortgages, losing their houses right now. But one other quick question is: the thousand examiners that you are training, are any of those new or are these people already on the payroll?
Ben Bernanke: On the payroll, and they include both Federal Reserve and state examiners.
Ron Paul: Okay. Because my comment there is probably 10,000 won’t do much good. Because it isn’t a lack of examination if you don’t deal with the problem, and the problem really comes from a monetary policy of low interest rates. As long as low interest rates rig the market and gives bad information to the investor, all the examiners in the world can’t compensate for this.
This whole idea that capital can come from a printing press rather than savings, I still have a terrible time trying to understand how an economy can thrive on that, because it rejects every notion of free-market capitalism.
But the question I have on the IMF is, this week the IMF has announced that they are going to open up a new arrangement to borrow or expand. There is a commitment of $50 billion, that is now going to go up to around $560 billion. And it coincides with the crisis going on in Greece in Europe and how they’re going to be bailed out. The irony of this promise is that in the new arrangement, this increase, Greece is going to put $2.5 billion in there. I think that’s [something that] only a fiat monetary system worldwide could come up with and have Greece help bailout Greece, and be prepared to bail out even other countries.
But we’re going to go from $10 billion up to $105 billion. So that’s a $105 billion we’re going to commit to bailing out the various countries of the world, and who knows what. But I think this does two things and I want to get your comments on this. 1) Why does it coincide with Greece, what are they anticipating, why do they need $560 billion? Do we have a lot more trouble? And 2) When it comes to that time where we have to make this commitment, who pays for this? Where does it come from? Will this all come out of the printing press once again? And we are expected to bail out the world? Are you in favor of this increase in the IMF funding and our additional commitment to a $105 billion?
Ben Bernanke: Well, the source of this was going back in the G20 meetings in the crisis. And I think one of the agreements that the G20 leaders came up with was sort of a mutual commitment to put more money into the IMF as a way of addressing the financial crisis around the world, and that’s why it happened. The Federal Reservewasn’t involved in those meetings. So that was before Greece. If money is put out to any country, it will be done first of all with specific approval from the executive board which includes, of course, the U.S. in a veto position, and with conditionality that this country has to meet certain conditions. So it’s the G20 leadership apparently that has agreed that this is a way to provide credit to avoid fiscal or exchange rate crises in countries around the world.
Ron Paul: But do you think this is a good idea? Do you agree that we should make this commitment?
Ben Bernanke: I think in general that having the IMF available to try to avoid crises is a good idea, yes.
Ron Paul: Again, where will the money come from? This is our problem in this country. We’re bankrupt, too. And also, along this line, do you feel like if you go along with this commitment, what are we going to do when a state gets under the gun, like California and others? I mean, they’re approaching the state that Greece is in. We can’t turn down California. I mean, if we can bailout all these banks and they get off the hook and now they’re making billions and their executive officers are cleaning up, do you think we would ever turn down California or any other state that gets in the same situation?
Ben Bernanke: Well, that’s Congress’s decision.
Ron Paul: You’ve bailed out a lot of people from the IMF. You have the capability of buying up some debt and doing all these kinds of things. We can’t even audit you to find out what you do. So you can do anything you want, and you can create as much money as you want.
Ben Bernanke: You can see any transaction or loan we make, we’re happy to provide that information to you. And we’re not involved with lending to the IMF. The IMF is a separate institution which has American executives; part of the executive board.
Ron Paul: Where would the money come from?
Ben Bernanke: It’s a loan, but it would come from the U.S. government.
Ron Paul: Eventually we would create it out of thin air. Because we don’t have any money.
Ben Bernanke: Well, it’s a loan. If it’s not paid back, then we would take our share of the loss.
Ron Paul: I yield back.
Link originale: http://www.ronpaul.com/2010-04-15/ron-paul-and-ben-bernanke-at-the-joint-economic-committee-hearing/
lunedì 10 maggio 2010
Se questo è un mercato
BORSA MILANO: OGGI SECONDO MAGGIOR RIALZO DI SEMPRE
(ANSA) - MILANO, 10 MAG - La seduta odierna di Piazza Affari,
con l'indice Ftse Mib cresciuto dell'11,28% e l'Ftse All Share
del 10,49% a 21.547 punti, puo' essere considerata quella di
secondo maggior rialzo di sempre per la Borsa.
Dal 1994, anno di avvio del sistema telematico, l'aumento
percentuale maggiore e' stato segnato dall'indice Mibtel il 13
ottobre 2008 con un aumento del 10,93%. Borsa italiana segnala
che, se quel giorno fosse stato gia' in vigore l'indice Ftse
Mib, che ha una base di calcolo diversa e che ha debuttato il 1
giugno 2009 dopo la fusione con Londra, la crescita sarebbe
stata quel giorno dell'11,49%, quindi di qualche frazione
superiore a quella odierna. (ANSA).
[BORSA_MILANO] [U] [ECO]
Che coincidenza il giorno dopo l'approvazione del TARP. Forse mi sbaglio, ma non è che dopo quel mega rialzo la borsa abbia fatto sfracelli. Quel giorno la borsa chiuse con il mibtel a 22296 dopo 5 mesi circa era a 13728.
Oggi quindi giornata di short squeeze ovvero hanno preso i ribassisti per le palle e li hanno fatti correre a ricoprirsi. Vedremo: il movimento contrario al trend di per tre giorni è una normale reazione di chi corre a chiudere le posizioni. Esaurito questo effetto vediamo se prevalgono i venditori o i compratori. Non resta che aspettare e vedere tenendo d'occhio anche le valute.
(ANSA) - MILANO, 10 MAG - La seduta odierna di Piazza Affari,
con l'indice Ftse Mib cresciuto dell'11,28% e l'Ftse All Share
del 10,49% a 21.547 punti, puo' essere considerata quella di
secondo maggior rialzo di sempre per la Borsa.
Dal 1994, anno di avvio del sistema telematico, l'aumento
percentuale maggiore e' stato segnato dall'indice Mibtel il 13
ottobre 2008 con un aumento del 10,93%. Borsa italiana segnala
che, se quel giorno fosse stato gia' in vigore l'indice Ftse
Mib, che ha una base di calcolo diversa e che ha debuttato il 1
giugno 2009 dopo la fusione con Londra, la crescita sarebbe
stata quel giorno dell'11,49%, quindi di qualche frazione
superiore a quella odierna. (ANSA).
[BORSA_MILANO] [U] [ECO]
Che coincidenza il giorno dopo l'approvazione del TARP. Forse mi sbaglio, ma non è che dopo quel mega rialzo la borsa abbia fatto sfracelli. Quel giorno la borsa chiuse con il mibtel a 22296 dopo 5 mesi circa era a 13728.
Oggi quindi giornata di short squeeze ovvero hanno preso i ribassisti per le palle e li hanno fatti correre a ricoprirsi. Vedremo: il movimento contrario al trend di per tre giorni è una normale reazione di chi corre a chiudere le posizioni. Esaurito questo effetto vediamo se prevalgono i venditori o i compratori. Non resta che aspettare e vedere tenendo d'occhio anche le valute.
E Tutti Vissero Felici E Contenti (fino al prossimo giro)
Oggi è il primo post. Che dire? Mercati euforici. Il sistema per ora è salvo. Le nostre tasche un po meno visto che sembra che ogni cittadino europeo debba scucire direttamente (tasse) o indirettamente (inflazione) un bel po di euri.
Ovviamente sembra che all'Ecofin di ieri abbiano avuto una grandissima trovata: fare un fondo con più di 700 miliardi di euro. Ma da dove vengono questi soldi? Semplice da nuovi debiti. Saldo un debito con un nuovo debito. Bella soluzione!
A questo proposito potere trovare un ottimo il commento al pacchetto di aiuti su questo Blog http://workingideas.wordpress.com/2010/05/10/duemila-anni-e-non-sentirli/.
Per quanto riguarda i mercati, sul grafico Euro/Dollaro incombe un testa e spalle ribassista di dimensioni ragguardevoli il cui completamento porterebbe alla parità. Venerdì è stata violata la neck-line ma la chiusura è stata superiore e quindi la rottura non è stata confermata. Guardacaso nel week-end l'ecofin ha riportato tutto a posto ma durerà? E' una lotta tra Zombies: Dollaro Yen Sterlina Euro hanno alle spalle debiti mostruosi e solo l'angolatura da cui si guarda può far apparire una valuta (o patacca) meglio dell'altra. La lotta è aperta: nel 2008/09 con il caso Lehman ha avuto la meglio l'Europa: gli USA sono dovuti correre ai ripari con il TARP e salvare AIG che aveva assicurato gli istituti finanziari di tutto mondo salvo poi accorgersi che non poteva far fronte agli impegni. Che sbadati! Se fosse saltata sarebbe saltato il sistema. Questa volta a soccombere è stata l'Europa che, sotto i colpi a mio avviso interessati delle agenzie di rating, ha dovuto mettere mano al portafogli e salvare Grecia e soci. Chi sarà il prossimo? Magari l'Inghilterra, anche lei praticamente fallita ma che questo giro non ha voluto aiutare l'Europa. Vedremo.
Nel frattempo chi perde è la classe media di tutto il mondo che viene indebitata a sua parziale insaputa per i prossimi secoli.
Alla prossima
Baluba Guru
Ovviamente sembra che all'Ecofin di ieri abbiano avuto una grandissima trovata: fare un fondo con più di 700 miliardi di euro. Ma da dove vengono questi soldi? Semplice da nuovi debiti. Saldo un debito con un nuovo debito. Bella soluzione!
A questo proposito potere trovare un ottimo il commento al pacchetto di aiuti su questo Blog http://workingideas.wordpress.com/2010/05/10/duemila-anni-e-non-sentirli/.
Per quanto riguarda i mercati, sul grafico Euro/Dollaro incombe un testa e spalle ribassista di dimensioni ragguardevoli il cui completamento porterebbe alla parità. Venerdì è stata violata la neck-line ma la chiusura è stata superiore e quindi la rottura non è stata confermata. Guardacaso nel week-end l'ecofin ha riportato tutto a posto ma durerà? E' una lotta tra Zombies: Dollaro Yen Sterlina Euro hanno alle spalle debiti mostruosi e solo l'angolatura da cui si guarda può far apparire una valuta (o patacca) meglio dell'altra. La lotta è aperta: nel 2008/09 con il caso Lehman ha avuto la meglio l'Europa: gli USA sono dovuti correre ai ripari con il TARP e salvare AIG che aveva assicurato gli istituti finanziari di tutto mondo salvo poi accorgersi che non poteva far fronte agli impegni. Che sbadati! Se fosse saltata sarebbe saltato il sistema. Questa volta a soccombere è stata l'Europa che, sotto i colpi a mio avviso interessati delle agenzie di rating, ha dovuto mettere mano al portafogli e salvare Grecia e soci. Chi sarà il prossimo? Magari l'Inghilterra, anche lei praticamente fallita ma che questo giro non ha voluto aiutare l'Europa. Vedremo.
Nel frattempo chi perde è la classe media di tutto il mondo che viene indebitata a sua parziale insaputa per i prossimi secoli.
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